Magazine Diario personale

Maddai, proprio io? Sì, sì, proprio tu!

Da Arthur

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E così Patrizia dice che sono un po’ pazzerellone quando mi metto a fare certi discorsi e allora io le chiedo: “Maddai, proprio io? “

E lei risponde imperterrita, oltre che in modo impertinente: “Si caro, sì proprio tu!”

Sorrido all’idea e no perché allora mi vengono in mente tante di quelle cose che a confronto tra il dire e il fare altro che ci va di mezzo il mare che alle volte proprio perché litigarello e (proprio) bello, bello, lì così calmo che sembra una tavola, di quelle che ogni tanto si vedono tra le montagne della Groenlandia, dove i pini fanno l’amore con le cicale nelle notti di luna piena, mentre tra le fresche frasche si odono rumori strani, come di porte che sbattono perché fischia il vento e fuori ulula la bufera, come quella volta a San Donato in Chianti, quando la Signora Giovanna detta l’amica del giuggiaro, s’innamorò di quel bel fusto di Ronaldo, occhio di falco e con le tasche sempre vuote, sì, proprio lui che andava dicendo in giro “meglio un giorno con Giovanna che un’oretta da leoni”, tanto cos’aveva da perdere? Nulla in confronto,  era stato come una specie di guizzo, aveva pensato tutte quelle cose, o forse era meglio dire che aveva sognato ad occhi aperti.
Si guardò intorno, ma non vide nessun paio di zatteroni anni ’80 made in Taiwan tra le tante cose che giravano qua e là, rifinite a mano a Castrovillari dell’Isonzo, angolo Centocelle della Moldavia, e mentre pensava, improvvisamente si accorse di avere due occhi che lo fissavano con un non so che di interrogativo, come quella volta che si era trovato a Bugnasco Calabro, nel bel mezzo di una festa paesana, sai di quelle dove ci sono le processioni, la Vara con i Santuzzi devoti, e la gente che piange e si dispera, ma solo quelli che aspettano di vincere il concorso comunale per titoli ed esami per la copertura a tempo determinato e pieno di n. 10 posti di segretario alle manifestazioni pubbliche con delega a termine e forse neanche quella e con scadenza il 30 settembre, più o meno, e poi c’era la banda con le Majorette – tipica ragazza che pratica con disinvoltura una disciplina di spettacolo, sfila sempre insieme alla propria banda musicale o a più bande, che balla con incedere elegante – e mentre guardava tutte ‘ste belle cose, si accorse che… “Svegliati, svegliati, a cosa pensavi? “

Giovanna gli stava urlando nelle orecchie e allora lui, facendo finta di nulla: “ Ma cosa vai a pensare? Mi ero soltanto un attimino, come dire, estraniato e se vuoi saperla tutta, stavo pensando a te, di portarti a cena fuori in quel bel ristorante che sempre a te piace tanto, sito nell’Aurelia settentrionale, con i tavolini in ebano della Groenlandia, appunto, con fiamme rosse e gialle di Frassino della foresta nera, sedie Luigi XVI, con sedile imbottito con piume d’oca, (la parte più morbida che poi è sotto il collo) e rivestite con stoffa damascata, tendente al porpora, a seconda se si guarda di sera o di giorno, eh… cosa credevi?”

Che poi ripensandoci, Patrizia, sei proprio sicura di quel che dici?

‘nnagg…!!! :-)



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