Ho comprato questo volume durante la scorsa edizione di Lucca Comics and Games.
A dirla tutta La Signorina Else era uno dei miei pochi acquisti “programmati” in anticipo e non decisi all’improvviso, attirato dalla copertina o dalla presenza dell’autore allo stand della casa editrice, come spesso accade in occasioni simili (chi frequenta fiere dedicate al fumetto sa bene a cosa mi riferisco).
Il motivo è semplice: l’autore.
Manuele Fior, di cui avevo già letto Rosso Oltremare, è un artista molto particolare, raffinato, ricercato, le cui opere sono regolarmente pubblicate in Francia e, grazie alla Coconino, anche in Italia, ed io ritengo, senza timore di essere smentito, che si possa considerare fra le firme più promettenti del fumetto d’autore italiano.
La Signorina Else è tratto dall’omonimo romanzo breve del 1924 di Arthur Schnitzler, autore austriaco noto soprattutto per essere stato fra i primi ad utilizzare la tecnica del monologo interiore nella descrizione dello stato d’animo dei personaggi (suo, tra l’altro, il romanzo Doppio Sogno a cui Kubrik si è ispirato per il celebre film Eyes Wide Shut).
Else è una ragazza di diciannove anni figlia di borghesi altolocati nella società austriaca d’inizio novecento, e si trova in villeggiatura assieme alla zia ed altri parenti e conoscenti in un lussuoso albergo a San Martino di Castrozza, in Trentino. Il quadro idilliaco fatto di cene lussuose, pettegolezzi e aristocratico benessere, va in frantumi quando la ragazza riceve una lettera in cui la madre la esorta a chiedere soldi, indispensabili per saldare i debiti del padre in rovina, ad un ricco amico di famiglia, e quando il consenso di lui al prestito si scoprirà condizionato al poter vedere il corpo della giovane completamente nuda.
Di fronte a tale richiesta Else si scopre in tutta la sua fragilità, la sua insicurezza e il risentimento verso la famiglia, disposta a sottoporla ad una tale umiliazione pur di salvare le apparenze di un benestare economico.
Un vortice di sentimenti e riflessioni contrastanti porterà la protagonista a compiere un gesto estremo, pur di smascherare l’ipocrisia e la cattiva coscienza della società aristocratica benpensante in cui ha sempre vissuto.
Tutto questo è portato su carta da Manuele Fior in maniera diretta, semplice, senza inutili fronzoli, tanto che la lettura risulta estremamente veloce e leggera, nonostante l’intensità della vicenda.
L’uso dei colori da parte dell’autore è magistrale; lo stile utilizzato, che volutamente rimanda ad opere di autori del secessionismo viennese come Klimt, è unico e lascia spiazzati, complice anche il grande formato dell’edizione che rende pienamente giustizia alle sue indiscusse doti pittoriche.
Le tinte, inizialmente chiare e molto acquerellate, diventano con lo scorrere delle pagine, sempre più intense e cupe, quasi a voler indicare il passaggio che sta compiendo Else, la spensieratezza e gli agi della sua giovinezza che si perdono e lasciano il posto alla spietatezza e falsità del mondo che la circonda.
La cosa che credo mi abbia colpito maggiormente dell’opera, è la capacità di Fior di riuscire a far “vedere” i pensieri della giovane protagonista, specialmente nei suoi momenti di maggior dubbio ed angoscia.
Più d’una volta le sequenze sono raffigurate in soggettiva, dal punto di vista cioè della stessa protagonista, ma in alcune circostanze Fior non si limita a questo: ciò che rappresenta è quello che percepisce la mente di Else, una realtà a volte modificata dai suoi pensieri e sentimenti, come le raffigurazioni grigie, opache, quasi mostruose dei suoi genitori.
Non ci sono bordi a delimitare le vignette: solo il bianco della pagina le separa, a volte in maniera neanche del tutto uniforme, quasi a voler raffigurare con più forza il flusso continuo di pensieri ed emozioni da cui Else è investita.
Sono scelte stilistiche, di linguaggio e di utilizzo del fumetto in tutte le sue potenzialità espressive e comunicative che difficilmente mi è capitato di vedere nelle opere che ho letto di recente e che sicuramente sono il frutto di lunghe ed accurate ricerche.
Una volta di più, grazie a Manuele Fior e la “sua” Signorina Else ho avuto la dimostrazione che il fumetto è una forma d’arte, e come tale andrebbe adeguatamente considerata e valorizzata.
Le immagini che potete ammirare a corredo della recensione sono delle piccole rarità: studi e prove di tavole eseguiti dall’autore per la realizzazione della sua opera.
Un sincero grazie a Manuele per aver voluto concederci questo materiale in esclusiva.