Ieri sera a Indianapolis è andato in scena il concerto di Madonna durante l'half-time del Super Bowl. 12 minuti e mezzo in cui l'icona del pop ha ripercorso in pillole la sua carriera, indossando una splendida haute Couture firmata Riccardo Tisci per Givenchy e regalandoci una scaletta che, partita da Vogue, è arrivata fino all'ultimo singolo Give Me all Your Luvin' (passando da Like a Prayer e Music). Tante le featuring, da Cee Lo Green a Nicki Minaj e M.I.A. (le due cantanti erano entrambe vestite in Fausto Puglisi), altrettante le considerazioni.
1) COME PRIMA, PIU' DI PRIMA
Confermiamo fortissimamente quanto detto qui. Madonna ha colto l'ennesima occasione di dimostrare che "dopo di lei il diluvio". Le metafore stanno a zero: arrivare sul palco vestita da Cleopatra circondata di centurioni e performare a fredd, una hit del passato ci fa capire che non solo è l'imperatrice ma che per lei il tempo davvero non passa. Ragazze prendete il bigliettino che per diventare la regina del pop c'è da stare ancora un po' in coda.
2) Il buongusto di M.I.A.
Leggerete online dello scandalosissimo gesto fatto dalla cantante inglese durante la performance di Give Me all Your Luvin'. A parte che in Italia ormai tale gesto è stato derubricato a dialettica politica, di M.I.A. possiamo solo dire che, dato il contesto, si tratta di mera coreografia insita nel personaggio. Lungi da noi pontificare sul bon ton on stage, ma se davvero vuoi fare la ribelle durante una featuring nell'half-time del Super Bowl, con l'America che ti guarda con gli occhi di un bambino, e tutto quello che ti esce è il movimento improprio di una delle dita della mano - subito tagliato con l'accetta dalla NBC - allora non ci siamo. Delle due l'una: o (come ci sembra) è una delle sue solite sapide boutade, o la rapper deve seguire, a brevissimo, un corso accelerato di disobbedienza civile (basterebbe anche un'infarinatura di scienze della comunicazione).
3) L'improvvida scivolata.
Altra notizia che rimbalza in rete: Madonna è (quasi) caduta. Tenendo conto che semplicemente un tacco della scarpa deve aver fatto uno strano movimento su uno dei gradini dello stadio (a occhio si direbbe così), ci domandiamo tutti quanti se ormai il livello di tolleranza sul "bello della diretta" sia sceso così in basso. Il livello di cinismo è davvero giunto a minimi tali per cui vedere un evento come il concerto di Madonna al Super Bowl, si è trasformato in una grande punta collettiva, con il fucile carico e pronto a sparare tweet all'acido muriatico se solo l'orologione della corazzata Madonna perde un colpo? Mah. Sappiate comunque che l'esibizione, nei rimanenti 748 secondi (su 750) è andata bene.
4) Il playback.
Vale la regola di cui sopra. Senza farla troppo lunga : Super Bowl + Madonna = evento che una volta nella vita. È uno spettacolo, è il circo, è un baraccone fatto di fuochi d'artificio e macchine fantastiche, è illusionismo e fascinazione. Che nei 12 minuti dell'half-time Madonna si sia fatta aiutare in alcuni passaggi dal playback interessa poco. Ne riparliamo quando dovesse succedere durante un concerto. Ma vi sconsiglio di trattenere il fiato nell'attesa.
Tirando le conclusioni: tutti bravi tutti belli? In dodici minuti è difficile fare errori, il rischio "capezzolo di Janet Jackson" è stato scongiurato in partenza (e scaramanticamente evocato in conferenza stampa) e la performance contenuta è stata esplosiva e dirompente come lo stacco di un centometrista. Promuoviamo a pieni voti in attesa però che, calmata che fu la tempesta mediatica, Madge torni a regalarci qualche nuovo brano davvero indimenticabile.
Fonte: Simone Tempia - vogue.it