La tenuta del costruttore dei boss Vincenzo Piazza, sequestrata da Falcone, sarà messa in vendita dall’Agenzia per i beni confiscati al miglior offerente. Il coro indignato di enti locali e società civile sfocerà in una marca della legalità programmata per l’8 settembre.
IL CASO - La tenuta che Falcone riuscì a far sequestrare potrà esser tranquillamentericomprata dalla malavita a prezzo di mercato. Questo quello che si sono trovati centinaia di toscani nella prima pagina della Repubblica di Firenze qualche tempo fa. La tenuta di Suvignano a Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, da questa settimana è stata messa all’asta grazie al decreto dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati con la stima di circa 20 milioni per un’azienda di più di 700 ettari, una villa, diversi altre strutture aspetta il miglior offerente.
Non è la prima volta che il bene confiscato rischia la vendita: già nel 2009 si era posto il problema e, anche grazie alla mediazione dell’allora prefetto di Siena, si era giunti alla riapertura del bando di assegnazione. A questo bando avevano partecipato in primis un gruppo di associazioni e enti locali tra cui Libera e ARCI Terra assieme al comune di Monteroni, la Provincia di Siena e la Regione Toscana. Nel gennaio di quest’anno gli enti locali, riporta Repubblica, avevano avuto un incontro con il Ministro dell’interno Cancellieri per sottoporle il progetto di un’azienda agricola volta all’avvio di un programma di valorizzazione economica poggiante su agricoltura, filiera corta e energie innovabili. In aggiunta si era pensata una “scuola della legalità” e utilizzare alcune coloniche per ospitare persone disagiate. All’epoca il Ministro sembrava orientato ad accettare il piano ma le cose, a quanto pare, sono cambiate con l’arrivo di Alfano.
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