Dopo un’estate passata a dover affrontare la notizia che l’ndrangheta – e una parte di politica lombarda – aveva progettato di ucciderlo, sabato l’attore e giornalista Giulio Cavalli è stato portato in una località segreta dopo il ritrovamento di una pistola carica davanti alla sua casa romana.
ALZANDO IL TIRO - Il fatto che il giornalista ed attore Giulio Cavalli fosse ormai da tempo sotto tiro era assodato ma oggi la notizia è che le minacce sono diventate reali. Sabato mattina è stata infatti ritrovata una pistola carica nella sepie davanti la casa romana dell’artista. Subito portato in una località protetta, Cavalli ha annullato a data da destinarsi tutti i suoi impegni pubblici.
Il fascicolo invece è finito dritto sulle scrivanie del capo della polizia e su quella del vice Ministro all’Interno. Il caso Cavalli è sempre stato sostanzialmente ignorato dai medianazionali e solo il portale Fanpage ha coperto la storia recente dell’attore con due interviste al pentito Luigi Bonaventura, reggente della cosca Vrenna-Bonaventura, che spiegava la volontà di ambienti ‘ndranghetisti di uccidere quello “scassaminchia“, con il benestare di una parte politica lombarda. Cavalli è infatti divenuto famoso per la sua ormai celebre Radiomafiopoli, in cui ricalcando le orme di Peppino Impastato, raccontava attraverso la satira e l’inchiesta giornalistica gli scandali che vedevano in prima fila politici lombardi collusi con le famiglie andranghetiste.
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