Commento | «Non faremo sconti a nessuno». Con queste parole Don Luigi Ciotti ha chiuso la terza edizione degli Stati Generali dell’Antimafia che si sono tenuti a Roma tra il 24 e il 26 di ottobre. Così inizia una nuova stagione della lotta alle mafie
A Roma si sono incrociati i diversi mondi dell’Antimafia invitati da Libera, associazione che proprio quest’anno celebra i venti anni dalla sua nascita, confrontandosi su sei tematiche che poi hanno dato vita ai dieci punti del manifesto. Contromafie non è stato un semplice evento mediatico ma una palestra di idee e proposte, in cui si è guardato al passato ma sopratutto si sono gettate solide basi per il futuro. In una crisi economica come quella in cui versa l’Italia le mafie riescono a sopravvivere e a compattarsi mentre il contrasto alla criminalità organizzata passa in secondo piano. I partecipanti ai gruppi di lavoro si sono confrontati su come cambiare le dinamiche socio-economiche del paese.
Dieci punti sono il risultato del lavoro di più di trenta gruppi di lavoro che durante Contromafie si sono confrontati, condividendo esperienza e prospettive, su quello che sarà l’agenda da seguire per la lotta alla criminalità organizzata. Punto focale del manifesto è la creazione di un nuovo modello di welfaretramite una riforma fondata sul reddito di cittadinanza, che possa restituire dignità a tutti e togliere manovalanza alle mafie, senza dimenticare il riutilizzo sociale dei beni confiscati ai mafiosi. Ma che tenga anche conto anche dell’importanza del diritto allo studio e dell’informazione nella vita democratica del paese, tutelando i giornalisti da querele e minacce. Dal manifesto si nota come la lotta non sia solo più contro la mafia in sé ma anche contro la corruzione. È stata la stessa Libera a lanciare la più grande campagna di mobilitazione contro la corruzione a livello europeo, Riparte il Futuro. La conclusione del manifesto è dedicata all’inserimento dei reati ambientali nella legislazione italiana, battaglia da tempo dimenticata anche se davanti alla Terra dei Fuochi e al business del traffico dei rifiuti va riportata alla ribalta.
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