Mafie in Liguria… a insaputa di Scajola

Creato il 30 agosto 2011 da Albertocapece

Scajola dopo più di un anno continua ad essere inconsapevole: encefalogramma etico piatto. Non che da un rubagalline di scuola democristiana ci si possa attendere un risveglio alla consapevolezza o da un berlusconiano una briciola di verità. Ma insomma questo coma profondo del non sapevo sta attingendo alla comicità stralunata di Buster Keaton.

Anche adesso che è finalmente indagato per quella casa che l’imprenditore Anemone gli aveva comprato per due terzi, versando persino una consistente caparra. Ad insaputa dell’ex ministro ovviamente, troppo occupato per sapere che qualcuno gli compra casa, come del resto erano stati fatti a sua insaputa alcuni lavori di ristrutturazione ed erano giunti, sempre misteriosamente, molti regali tra cui persino un frullatore da 100 euro. Si anche adesso, rimane inconsapevole, forse vivo solo grazie alla sturmentazione del potere: “Attendo con la stessa serenità e la medesima riservatezza che hanno sinora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti.”

Questo dichiara l’ex ministro Ma come può essere estraneo a fatti che riguardano soltanto lui e che peraltro sono stati accertati? Possibile che quest’uomo non sappia inventarsi qualcosa di meno ridicolo, che non sappia uscire dal rito delle frasi rituali anche quando suonano come una barzelletta? Possibile che non si renda conto che le sue assurde dichiarazioni sono offensive per l’intelligenza e il buon gusto, anche se dubito che Scajola abbia mai frequentato queste due caratteristiche umane?

Tuttavia, per quanto la figura di Scajola sia modesta e mediocre, la “riservatezza” di cui parla è comica nella forma, ma indegna nella sostanza perché serve a coprire cricche e giri opachi, evidentemente così vicini al cuore del potere che vale la pena anche di passare per cretini. Per Anemone lo sappiamo: la protezione civile di Bertolaso & C e per li rami personaggi dei servizi segreti, dell’informazione, delle forze dell’ordine, compresa la Guardia di Finanza.

Ma forse c’è di più, forse Scajola deve saper dimostrare a qualcun altro che lui è uno di quelli che “parlen not”. La vicenda verminosa del  porto di Imperia, in cui l’ex ministro è implicato come capo di un’associazione a delinquere che coinvolge persino il procuratore capo della città con un’accusa di corruzione, rende inquietanti i contorni di questa impudente riservatezza. Già perché le perquisizioni svolte nei mesi scorsi presso gli uffici del porto sono state effettuate dall’antimafia e ci sono magistrati come Anna Canepa, coordinatrice dell’antimafia per Lombardia e Liguria, che mettono direttamente in relazione le colate di cemento al porto con l’assalto della criminalità organizzata nel Ponente Ligure, tanto che si è arrivati a dover sciogliere il consiglio comunale di Bordighera.

Ora mi chiedo quali migliori garanzie di “discrezione” può offrire uno che non vede non sente e non parla, nemmeno se gli comprano casa?  Ominicchio sì, ma d’onoricchio.


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