Sì, sono ancora qui. Sì, sono sempre stanca.
Sì, nella scuola paiono moltiplicarsi le cagate da fare (vi faccio notare l’originale accostamento tra l’aulico ‘paiono’ e lo scatologico seguente).
Ora, uno pensa che si va a scuola, noi prof, per aprire il registro, mettere le assenze, interrogare, aprire l’altro registro, mettere i voti, fare scrivere un tema, andare a casa, correggere, e finita lì.
Invece:
1) c’è il corso di aggiornamento sul registro elettronico che Profumo dice che dall’anno prossimo bisogna. La prof Salandra mi dice: bon, dovrò comprare il computer l’anno prima di andare in pensione. L’aggiornatore dice: che ci vuole: vi mettete il computer in ogni classe con il collegamento a Internet in ogni classe, aprite cliccate, chiudete. Se no, dice l’aggiornatore, che ci vuole, prendete il vostro tablet e sia finita lì.
Sono ancora in giro a quattro zampe a cercare dove è finito il mio tablet;
2) c’è il professore informatizzato che arriva da un’altra scuola e dice: nelle scuole superiori sono restii ad usare la classe virtuale, io voglio usare Classevirtuale.net.com.sob e diffondere il verbo della virtualità nel mondo. Io rispondo che uso la classe virtuale da nove anni, e lui tutto contento: allora martedì venga a scuola sua due ore prima che io vengo e parliamo di ciò;
3) ci sono circa diciassette colleghe che quest’anno passano di ruolo e qualcuno deve fare da tutor, cioè seguirle e indirizzarle nell’arduo mondo della scuola che loro conoscono a malapena, essendo giuovani quasi come la Noisette e portando felici nella borsa le schede di ingresso della famosa antologia Nuova Biblioteca edizione 1968. Sì, sto dicendo che faccio da tutor a una di loro e devo preparare i materiali per tutorare e i Sali per far rinvenire ella, cui dirò che le schede della Nuova Biblioteca possiamo anche –in parte– riciclarle (intese come cestino della carta da mandare al macero).
4) ci sono sette nuovi arrivi dal mondo, mi sembra di essere Licia Colò, solo che questi sette parlano solo a gesti, così che mentre il resto della classe fa la prova di ingresso di storia io gesticolo con Mohamed per spiegargli che cosa vuol dire “anno di nascita” da scrivere sul documento, e adesso, appena vi lascio, mi rimetto a fare le figurine di Bacon mentre pensavo di aver chiuso questo splendido e luminoso periodo della mia carriera;
5) ci sono le ultime prove di ingresso da correggere: il peggioramento climatico provoca il calo demografico e le canalizzazioni aumentano la popolazione. Evitare i commenti.
6) c’è il Pof, pif, puuufff!, da sistemare, professoressa ha cambiato il curricolo di quelli di strumento? Ha scritto quanti maschi ci sono nelle prime, nelle seconde, nelle terze? E le femmine? E il totale di maschi e femmine? E il totale di solo maschi e di solo femmine?
7) c’è il sito della scuola da aggiornare con l’anno scolastico inaugurato dal nostro amato presidente, bambini fate andare la bandierina che vi facciamo la foto mentre il nostro amato presidente inaugura e poi LaVostraProf fa una presentazione che tanto si sa che i professori non c’hanno un cazzo da fare;
8) ci sono le unità interdisciplinari centrate sulle competenze da fare, mentre la Toccafondi mi si avvicina e mi fa: ora ti do la mia dell’anno scorso. Ora, visto che in Collegio docenti, a giugno e a settembre, ho detto pubblicamente che le unità interdiscipleccetera dell’anno scorso erano delle grandi boiate e io non le avrei fatte, mi domando se questa è sorda durante il collegio o ha deciso che sono scema io sempre, in generale. Comunque, apparte quello, le unità le devo fare, per il Capo;
9) ci sono: “Scusi, LaVostraprof, ha visto questo concorso, che ne direbbe di partecipare con la scuola, no?, lei non vuole partecipare,?, che peccato, be’ allora la mettiamo come responsabile, può preparare tutto per lunedì?”
10) e poi anche: “Scusi, LaVostraProf, l’ho indicata come referente della Commissione scuola, famiglia, casa, territorio e canale scolmatore, riunione martedì sera alle 21, va bene?”
Insomma, sono le cinque e un quarto, io voglio raccontare della mia classe nuova e andare a fare una pagnotta di pane fresco, e sono qui a dolermi per tutto il lavoro inutile che sta piombando addosso da ogni dove a ogni chi. Che du’ ball.
E il titolo? Eh, sì, il titolo: il titolo era per dire che volevo parlarmi della mia bellissima nuova classe, e poi magari me ne pentirò perché poi diventerà una orrenda nuova classe (ùbris e némesis, ve le ho già citate?). State lì. Prima o poi ci riesco, a parlarvene. Magari usando anche le stripss vecchio stile, ché con quello nuovo, che pure mi dona così tanto, mi sa che vengo riconosciuta.
Per il resto, come direbbe qualcuno di nostra conoscenza, thànatos.