Solamente il Ponte Vecchio si salvò, tutti gli altri ponti furono distrutti, la bellissima zona d’Oltrarno completamente rasa al suolo dalle mine, il primo maggio del 1944 una bomba devastò il Teatro comunale. Mentre ancora si lavorava alla ricostruzione del Teatro, nel maggio 1948 avvenne la rappresentazione di Kovancina di Mussorgski, capolavoro immortale della musica russa, diretto da Vittorio Gui; accanto ad altri spettacoli al risorto Maggio Musicale Fiorentino, il regista Giorgio Strehler allestisce in Boboli la Tempesta di Shakespeare. Negli anni successivi, nonostante le difficoltà avanzate del governo nella sua totale incomprensione dei fatti culturali, il Maggio Musicale continuò le sue manifestazioni con dei programmi eccezionali, sia per il complesso vocale e l’allestimento scenico di prim’ordine, sia per l’accurata riesumazione di opere dimenticate o non più rappresentate per difficoltà di esecuzione: l’Orfeo del Monteverdi, l’Armida di Giovan Battista Lulli, l’Olimpia di Spontini, l’Ifigenia in Tauride di Gluck. Fu nel 1950 un grande successo del balletto Cenerentola del musicista Prokofieff. Nel nome di Verdi, significativa la rappresentazione della bellisima opera Macbeth che aveva avuto la sua prima rappresentazione alla Pergola di Firenze nel 1847; i Vespri Siciliani – opera di valore anche storico perché le sue melodie esaltarono nel Risorgimento le aspirazioni nazionali degli italiani per l’unità d’ Italia. La ricostruzione della partitura dell’ Orfeo e Euridice di Haydn, l’Oberon di Weber e poi i balletti e concerti come I Misteri, il Notturno di Mozart.
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Dedico questa canzone a Artist* e Lavorator* del Teatro con il mio grazie commosso.
FIRENZE SOGNA
Firenze stanotte sei bella
in un manto di stelle
che in cielo risplendono tremule
come fiammelle,
nell’ombra nascondi gli amanti
le bocche tremanti si parlan d’amor
intorno c’è tanta poesia
per tè vita mia
sospira il mio cuor.
Sull’Arno d’argento
si specchia il firmamento
mentre un sospiro e un canto
si perde lontan…
Dorme Firenze
sotto il raggio della Luna,
ma dietro ad un balcone
veglia una madonna bruna.
Balconi adornati
di pampini e glicini in fiore
stanotte schiudetevi ancora
che passa l’amore
germogliano le serenate
madonne ascoltate: son mille canzon
un vostro sorriso è la vita
la gioia infinita
l’eterna passion.
Sull’Arno d’argento
si specchia il firmamento
mentre un sospiro e un canto
si perde lontan.
Dorme Firenze
sotto il raggio della Luna,
ma dietro ad un balcone
veglia una madonna bruna.
Sopra i lungarni senti un’armonia
d’amore sospirano gli amanti
stretti stretti cuore a cuore.
-Cesare Cesarini-