(Magic in the Moonlight)
Regia di Woody Allen
con Colin Firth (Stanley Crawford), Emma Stone (Sophie Baker), Marcia Gay Harden (Signora Baker), Jacki Weaver (Grace), Hamish Linklater (Brice), Eileen Atkins (zia Vanessa), Erica Leerhsen (Caroline), Simon McBurney (Howard Burkan), Catherine McCormack (Olivia).
PAESE: USA 2014
GENERE: Sentimentale
DURATA: 97′
Esperto nello smascherare ciarlatani, l’illusionista Stanley Crawford raggiunge la Provenza con lo scopo di demolire la giovane medium Sophie, che però sembra una vera maga ed è pure molto, molto carina…
Negli ultimi anni il vecchio Allen ci ha abituati ad una filmografia disomogenea che alterna il filmone alla cavolatina, ed dunque è matematico che se Blue Jasmine era il filmone, allora Magic in the Moonlight è la cavolatina. E infatti pubblico e critica non sono stati per nulla buoni. Non a torto: questa commedia romantica di ambiente provenzale è sicuramente superiore alla media dei film coevi, ma siamo lontani dagli antichi fasti. Il problema non è tanto il prevedibile, stucchevole lieto fine, quanto tutto ciò che c’è prima. O meglio, non tanto il DOVE quanto il COME: nel procedere spedito verso la consacrazione amorosa ipotizzata sin dalla locandina, il film manca totalmente di tensione, narrativa o drammaturgica che sia; tutto va esattamente come ci si aspetta, e il messaggio è di una banalità desolante (la vera magia è quella dell’amore – sic!). Dove sono le battute caustiche? Dove sono le belle immagini? L’arcinota, irresistibile “cattiveria” alleniana si limita qui ai più noiosi che iperbolici sproloqui anti Dio del protagonista, mentre il talento visivo è soffocato da uno sguardo asettico, in cui tutto è bello da vedere (fotografia di Darius Khondji) ma terribilmente cartolinesco, piatto, mai davvero evocativo. Film alimentare ma – chissà come – Allen conserva quella innata qualità (tipica dei grandi artisti) di rendere piacevole anche ciò che non gli riesce benissimo. E quindi, nonostante un talento palesemente in vacanza, alla fine si è sazi. Bravo (si fa per dire) Woody, ma occhio che prima o poi passa anche l’appetito.