MAGIC IN THE MOONLIGHT (W. Allen 2014)
Voto complessivo: 8
in quasi tutta la sua più recente filmografia e qui incarnato da un Colin Firth macchietta, ma sempre in forma, l'attenzione viene qui spostata sulla leggiadra Emma Stone, vero centro del film. Sophie, la sensitiva medium, donerà al cinico e miscredente mago Stanely "Wei Ling Soo" qualche giorno di vacanza dal suo pessimismo nichilista e lo farà persino innamorare. È evidente che gli elementi di gran parte del cinema di Woody sono tutti presenti e riproposti ancora una volta, sotto una veste da commedia romantica, indorata ancor più da una minuziosa messa in scena di costumi, décor anni 20 e scorci di una Provenza quasi accecante.
I rimandi al proprio cinema sono infiniti, ma Allen stavolta gioca una partita impossibile: mentre ci vuole volontariamente estenuare col suo narcisismo autocitazionistico nonostante la breve durata del film, allo stesso tempo soverchia quell'ordine alleniano che di norma nei finali delle sue commedie più mature rendeva i personaggi felicemente rassegnati dinnanzi al proprio destino (vedi i più recenti Basta che funzioni o anche Midnight in Paris); proponendoci invece un happy ending insolitamente ultrapositivo e quasi mostruosamente da fiaba Disney, dove l'amore fra i due individui più diversi che ci possano essere può risolvere tutto e mettere in secondo piano tutto il resto.