Magazine Cultura
Nel cucinino della lattaia, ancora prima che fuori, anche quell’altra lunga giornata estiva morente stava cedendo il suo posto al crepuscolo – pigramente, quasi con riluttanza.
Gli ultimi bagliori dorati del sole, che all’esterno disponeva perché il riverbero d’ogni suo singolo raggio andasse ad incendiare un tetto del paese, circonfusi nell’angusto locale, contribuivano a creare un’incantevole atmosfera rarefatta - uno sbalorditivo drammatico effetto di luci e ombre.
Un’aura irreale, quasi metafisica, avvolgeva l’ambiente e tutto ciò che, animato o inanimato, vi si trovava al momento.
Era come perdere gli occhi in uno spettacolare caleidoscopio; come mirare nella stessa camera oscura del pittore[1]
[1] E’ fatto noto - ma controverso, tra gli esperti d’arte - che Vermeer fosse solito ricreare nel suo studio l’assemblaggio dei soggetti che intendeva riprodurre nei suoi quadri, controllandone l’assetto attraverso l’obiettivo di un innovativo strumento ottico, chiamato appunto “camera oscura”.
http://www.lulu.com/shop/salvatore-m-ruggiero/le-stagioni-della-lattaia-il-racconto-breve-della-donna-che-mesceva-il-latte-con-altre-sette-piccole-storie/paperback/product-21125289.html