Sento dalle migliaia di speciali e trasmissioni di questi giorni, e che seguiranno nelle prossime settimane a speculare sull’argomento, che il colpo sarebbe stato accidentale, che il ragazzo viaggiava in motorino (in tre, giusto?) in compagnia di un “evaso” dai domiciliari, che non si è fermato ad un posto di blocco e che sarebbe stato fermato solo tramite uno speronamento.
Ora, che un minorenne possa aver paura di un posto di blocco, tanto da tentare la fuga, può essere comprensibile, che un carabiniere spari ad uno che “scappa” anche. Ci saranno migliaia di punti di vista e migliaia di verità. Resta il fatto che un ragazzo è morto ed un carabiniere si è rovinato la vita. Quanto può essere stato volontario quel colpo? Quanta voglia aveva quel carabiniere di rovinarsi la vita? In che modo, quel ragazzo poteva pensare di perdere la vita per una fuga sul motorino? Credo che non lo sapremo mai, anche perché quando la magistratura avrà fatto il suo corso, la notizia non interesserà più i media…
Non definitemi indelicato, ma il punto ora è: indipendentemente dalle colpe, vogliamo evidenziare, sottolineare, inculcare ai giovani bravi ragazzi o criminali, colti o ignoranti, grassi o magri che è reato non fermarsi al posto di blocco? È ancora più grave scappare da un inseguimento. È gravissimo anche aprire il fuoco, ma questa è una conseguenza. Nulla sarebbe accaduto se si fossero fermati.
Quei ragazzi erano di fronte ad un bivio: consegnare l’amico evaso o fuggire. Hanno pensato che valesse la pena scappare, senza pensare al rischio causato dalle conseguenze. Una giusta valutazione avrebbe evitato tutto. Quei ragazzi sapevano che avrebbero potuto rischiare la vita?
Se quei ragazzi avessero avuto la percezione della gravità della cosa, oggi non staremmo parlando di questa storia assurda. Non sto assolvendo il carabiniere, non voglio esprimere un parere, non mi voglio neanche riferire al caso specifico.
Il fatto si è compiuto solo perché uno qualsiasi o tutti gli attori di questo evento hanno sbagliato la propria valutazione. Una valutazione elementare, che qualsiasi cittadino dovrebbe saper compiere fin dai primi anni di vita.
Quando capiremo che l’unico modo per venirne fuori è la cultura? E vi prego, non fatemi discorsi del cavolo sul quartiere malfamato o sulla città degradata. Li ci sono persone che vi/ci sbranerebbero con la cultura, l’educazione e la gentilezza. E ho girato abbastanza l’Italia per pensare che non è Napoli il problema.
Quello che è accaduto è conseguenza di quello che oggi è tutta l’Italia: istruzione e scuole inadeguate, costi assurdi di educazione (per non parlare dei costi delle università), mancanza di lavoro, territorio degradato e abbandonato, razzismo, cattiva educazione conseguenza principale del cattivo gusto dei media, assenza assoluta delle forze dell’ordine e dello stato sul territorio.
Il rischio concreto è che questi episodi continueranno a crescere in numero, ma forse è già troppo tardi per cambiare. La verità è che stiamo tornando indietro.