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Maglie adottata dai ceramisti inglesi

Creato il 10 giugno 2011 da Cultura Salentina

di Cosimo Giannuzzi

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Fig. 1: Incisione. Jean Claude Richard, Abbé di Saint-Non, Vue du Bourg ou Village des Moglié dans la Terre d’Otrantes, Paris 1783

La designazione del nome “Maglie” alle ceramiche decorate con l’immagine di “largo della Congregazione” (un tratto di via Roma a Maglie), ha sgomberato il campo dalle numerose e fantasiose congetture che erano state avanzate da commercianti e collezionisti di questa ceramica sulla connessione esistente fra la decorazione e la località rappresentata. Questa immagine è tratta dall’incisione (o da una sua variante) eseguita dagli artisti francesi partecipanti all’opera Voyage  Pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile di Jean Claude Richard, Abbé di Saint-Non e riguarda uno scorcio di Maglie (Fig.1).

La designazione è stata compiuta dall’associazione inglese “Friends of Blue” di studiosi e collezionisti di ceramiche, sulla base della documentazione pubblicata da ricercatori magliesi, inerente l’incisione settecentesca e le sue varianti, una gamma di ceramiche e la veduta fotografica della zona rappresentata.  Dagli studiosi inglesi si è avuta una conferma del riconoscimento della decorazione ottenendo anche una divulgazione in campo internazionale.  Eppure il percorso conoscitivo su alcuni particolari riguardanti i disegni e i modi del suo utilizzo dalle manifatture che utilizzano questa decorazione, non può considerarsi concluso ma vanno ulteriormente approfonditi.

La ricerca non può che prendere avvio dall’invenzione nella prima metà del ‘700 del processo di trasferimento del disegno sulla terracotta utilizzando l’ossido di cobalto per la colorazione e sottoponendo il manufatto ad alta temperatura, processo peculiare delle manifatture dello Staffordshire, una contea inglese nel Nord-ovest dell’Inghilterra nella regione del Midlands Occidentali dove in epoca vittoriana prende avvio la produzione della ceramica Ironstone.  E’ questa una terracotta bianca e dura, derivata da una roccia sedimentaria, costituita da ossido  di ferro (e altri minerali) con argilla e/o sabbia. La tecnica di decorazione della ceramica (Transferware) è un processo laborioso che inizia con l’incisione del disegno su una lastra di rame. Questa è inchiostrata con il colore blu-cobalto (o con il marrone o il nero com’è riscontrabile in altro vasellame con il medesimo disegno).  Il modello è stampato su carta velina che, impregnata di colore, è distesa sulla superficie della ceramica. Essa è poi collocata in un forno per consentire al modello di fissarsi. Il trasferimento del colore, defluendo, dà luogo all’effetto “alone”, uno stile denominato “Flow Blue” che rende la ceramica più pregiata.  Tale tipo di colorazione è presente in tutte le ceramiche “Maglie”. Questi dati sono fondamentali per individuare nella contea di Staffordshire i produttori della ceramica con il disegno della piazzetta di Maglie, ad oggi solo supposti.

E’ difficile stabilire quale variante dell’incisione del Saint-Non sia stata rimaneggiata per realizzare la decorazione delle ceramiche. Alcuni elementi compositivi inducono a presumere che il modello sul quale è stato attuato l’intervento sia una variante dell’incisione (Fig. 2).

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Fig. 2: Acquarello. Cartolina edita da Congedo Editore. Galatina s.d. cfr. C. Giannuzzi, La veduta settecentesca di Maglie nella ceramica, Pro-loco storica. Maglie- Erreci Ediz. Maglie 2007, fig. 8 “Studio” p.19.

Gli autori Margaret e Ken Linacre dell’articolo Cavaliers at Portmerion/Moglie, apparso nel bollettino inglese dell’associazione “Friends of Blue” (n. 143, aprile 2009 p. 4), nel riconoscere la corrispondenza fra l’incisione settecentesca e il disegno della ceramica ritengono che questa decorazione “ricorda i paesaggi della produzione Don Pottery’s e/o la serie Italian Scenery di John Meir’s”. L’appartenenza di questa ceramica a Don Pottery è ipotizzata da John Potter, un membro dell’anzidetta associazione che colloca cronologicamente la brocca riportata nel catalogo (True Blue, Transfer Printed Earthenware) fra il 1820 e il 1830 (Oxfordshire 1998, p. 66 e p. 109).  In questo stesso periodo è collocabile anche il piatto decorato dalla manifattura Morley & Ashwork. E’ un riscontro sulla utilizzazione in varie manifatture di questo disegno la cui riproduzione è avvenuta in differenti dimensioni per adattarlo alle molteplici forme dei manufatti. (Fig.3)

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Fig. 3: Piatto. Victoria Ware Ironstone. Flow Blue.

Un altro problema è il criterio che consente l’accertamento dell’originalità del vasellame costituito, secondo alcuni esperti di ceramica, dalla presenza del nome della manifattura accanto al marchio dello stemma araldico della casa  reale inglese recante i termini Victoria ware e Ironstone giacché la presenza dello stemma non è tuttavia sempre una garanzia sull’origine del manufatto. L’assenza del nome del ceramista è la prova per alcuni esperti di una riproduzione realizzata in località diverse da quelle inglesi, prevalentemente di provenienza cinese. Il dubbio sull’autenticità delle ceramiche è per Maglie un problema marginale in quanto interessa capire quali potenzialità, per l’offerta turistica, può avere questo manufatto in termini di divulgazione di un aspetto del paesaggio urbano. Va inoltre rilevato che il disegno pubblicato nell’opera dell’Abate di Saint-Non costituisce nella produzione delle ceramiche un prototipo per le decorazioni e nello stesso tempo un tema di suggerimento per una varietà d’imitazioni. Infatti, le decorazioni con questo tema mostrano modifiche anche notevoli rispetto al disegno originale con aggiunte o sottrazioni di elementi architettonici, antropici e botanici. Tale aspetto induce a credere che la varietà dei disegni abbia interessato molte manifatture presenti non solo in Inghilterra ma in molti altri paesi del mondo (Stati Uniti, Svezia, Cina ecc.). La grande diffusione è rivelatrice del fatto che la maggior parte del vasellame con varianti dello scorcio di Maglie è conseguenza delle imitazioni o interpretazioni nate autonomamente nell’ambito delle manifatture, svincolate cioè dall’incisione pubblicata nel Voyage pictoresque.  La scena più aderente al disegno originario imita quei modelli di ceramiche che si caratterizzano per la presenza di cavalieri. Nella ceramica “Maglie” si vedono tre cavalieri in groppa ai loro cavalli. Al centro della veduta i cavalieri sono accompagnati da un cane e da due individui a piedi. Questa scena sostituisce il cantiere e i muratori rappresentati nell’incisione del 1783. In altre ceramiche il disegno si contrae e alcuni edifici scompaiono, in altre vi è una diversa disposizione dell’animazione,  in altre ancora diminuisce la presenza umana. Tutte queste varianti sono giustificabili solo da scelte di gusto del produttore. (Fig.4)

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Fig. 4: Portabiscotti. Victoria Ware Ironstone. Flow blue. Variante della decorazione precedente.

L’esito della decisione di quel ceramista che decide di decorare con l’immagine di Maglie i suoi manufatti è stato quello di offrire involontariamente un motivo di promozione turistica di questa località e per i suoi abitanti di apprezzare maggiormente un luogo abituale benché sia avvenuto nel tempo un deturpamento della piazzetta da costruzioni degli anni ’70 di dubbio gusto modificando l’equilibrio volumetrico e architettonico originario del luogo. Purtroppo la consapevolezza del rapporto tra la decorazione sulla ceramica e Maglie è nota solo in ambienti molto limitati non essendo stato divulgato adeguatamente (attuando cioè iniziative permanenti) per renderlo riconoscibile quale risorsa culturale della città.


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