Ozpetek deve proprio essersi divertito nel realizzare questo suo nuovo film, Magnifica presenza. Si è scatenato, ci ha infilato, tutti insieme, gli elementi tipici del suo cinema, che aveva centellinato nei suoi precedenti lavori. Ci sono le tematiche omosessuali, le transessuali risolutive portatrici di saggezza, la passione per i dolci, il teatro, il cinema. E anche un pezzo di storia che rimanda alla seconda guerra mondiale.
È un film fantastico, non nel senso di iperbolico gradimento, in realtà sono uscita dal cinema frastornata e non del tutto soddisfatta. Soprattutto in una scena, non vi dico quale ma capirete senz’altro vedendolo, ho pensato: “gli ha dato di volta il cervello”. Fantastico, dicevo, perché pieno di stramberie, irrealtà, eccessi. E soprattutto perché è una storia di fantasmi.
Elio Germano è bravissimo, come sempre, nei panni di questo personaggio che sembra fuori del tempo, semplice, fragile e disarmato. Ottima la Minaccioni che io adoro fin dai tempi della TV delle Ragazze, mi pare, quando stava rinchiusa in un “macchinario” per dimagrire che la vessava. C’è anche un cammeo di Anna Proclemer, che gigioneggia mostrando nello spazio di attimi emozioni contrapposte. Se ne poteva fare a meno. Tra i protagonisti anche Giuseppe Fiorello, Margherita Buy e il tram 8. Per i non romani, è quello che collega Monte Verde, dove abita il protagonista, con largo di Torre Argentina, dove si trova lo storico teatro omonimo. In particolare, è la location di una delle scene più belle del film, poco prima della fine, che come al solito non vi descrivo.
E poi c’è la musica, onnipresente, anche piacevole per carità, ma a volte debordante. In un passo riecheggia trooooppo da vicino, ma sarà una citazione
, una vecchia canzone del fantastico, quello sì, Quartetto Cetra, Però mi vuole bene. Ve la ripropongo in questo video d’epoca: godetevela.