Titta Magnoli si è stancato di fare il segretario provinciale: “Non mi ricandido al congresso – e ci spiega – Sono stufo perché non posso parlare liberamente: quando sei il segretario devi rappresentare tutti. Io il mio servizio civile l’ho fatto: adesso ho voglia di essere quello dell’ultima fila che alza la mano e dice quello che pensa”.
Si prevedono assemblee vivaci al Pd, allora. Titta Magnoli resterà a Cremona e parlerà, eccome. “La passione politica è una malattia che non passa”. E viene anche a qualche giovane, fortunatamente.
Pe la nomina di Luca Burgazzi nella segreteria allargata, che risale a qualche tempo fa, sono stati seguiti dei criteri che non indicano solo rinnovamento: Luca Burgazzi sin da prima dell’arrivo dello stesso Magnoli alla segreteria faceva parte dell’assemblea nazionale, in rappresentanza del gruppo di Franceschini. Correva il 2009. “Quindi i galloni li ha, è più graduato di me, vecchio quarantenne” aggiunge spietatamente Magnoli. È appunto questa la risposta alla critica di nepotismo (“non è partito da zero come altri”) che ha rianimato la discussione sulle nomine dopo vario tempo.
Poi ci sono il criterio della territorialità e quello della voglia di fare: premiato l’impegno, la voglia di fare, la rete di conoscenze. Figlio dell’ex segretario cittadino, il giovane Burgazzi ha già un’esperienza che oltrepassa il quinquennio. Non solo: rappresenta anche una schietta scelta di campo cattolica.
“Un ateaccio come me che promuove un cattolico? Non soffoco voci diverse dalla mia. È un bene che i cattolici facciano politica, che facciano politica gli atei e tutte le categorie”, Magnoli libera energie. Tanto più che i rapporti con don Foglia tramite Partecipolis ispirano più estese strategie di collaborazione Chiesa-Comune-Provincia nel comparto culturale. I beni culturali ecclesiastici, benché abbiano il fine primario della fede, non vanno valorizzati di più?
Dunque il responsabile culturale provinciale del Pd è uno studente universitario. La delega se l’era tenuta Magnoli stesso, “facendo poco, e infatti c’erano state lamentele. Ora si vedrà: Luca è in prova, a quattro mesi dal congresso che ci farà rivivere o ci ucciderà”.
La preoccupazione ormai (“E la preoccupazione è tipica del Pd: un partito che non fa dormire”, conclude Titta Magnoli) riguarda il prossimo segretario. Ombre inquietanti e luci radiose si confondono.