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Mai avere grandi aspettative

Creato il 14 dicembre 2012 da Persogiadisuo
GRANDI SPERANZE (GREAT EXPECTATIONS) di Mike Newell, UK, 2012 con 
Jeremy Irvine, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, Jason Flemyng, Holliday Grainger, Sally Hawkins Genere: Drammatico Mai avere grandi aspettative Se ti piace guarda anche: Dorian Gray, Anonymous, Jane Eyre
TRAMA
Un bambino di nome Pip un giorno aiuta, sotto minaccia, un evaso e sfida le grinfie della perfida sorella maggiore che lo alleva da quando è rimasto orfano ed è sollevata dalla proposta di una ricca signora interessata ad averlo nella sua casa per non meglio precisati servizi. Per Pip sarà il modo di scoprire il bel mondo londinese e da quel giorno comincerà a coltivare il sogno di diventare un gentiluomo.
RECENSIONE
Ennesima trasposizione cinematografica di uno dei tanti classico senza tempo di Charles Dickens, la seconda a dire il vero in questo 2012 che ha visto celebrarsi il bicententenario della nascita dello scrittore e In una stagione magra per il cinema inglese quale miglior rimedio che ricorrere ai classici? Nulla di male se ciò serve a diffondere opere letterarie di grande valore e a riproporle magari un’ottica attualizzata, per sottolineare quanto uno scritto dell’Ottocento possa avere ancora oggi da dirci.
Le aspettative del giovane Pip sono quelle di diventare qualcuno, e qualcuno di diverso da quello che i familiari si aspettano da lui. Ma quando si hanno aspettative troppo grandi si può rimanere amaramente delusi dalla vita: quello di Dickens è un monito di grande valore ancora oggi, anzi oggi più che allora molto probabilmente. Ma il film non vuole essere troppo realista col suo protagonista e opta per un finale che anche se felice non è, lascia comunque aperte più possibilità, mentre il romanzo, nella sua chiusura ufficiale (ne circolavano due, ma in nessuna vi era l’happy ending) era più severo col ragazzo al centro del romanzo di formazione.
Mai avere grandi aspettative Quella di Mike Newell (Quattro matrimoni e un funerale, 1994, Donnie Brasco, 1997, Harry Potter e il calice di fuoco, 2005 ) e dello scrittore David Nicholls, qui sceneggiatore, non è una storia di formazione, ma un dramma in costume indeciso sulla strada da prendere, incapace di  diventare un affresco storico efficiente e troppo tentato dall’idea di trasformare tutto in una love story.
Ma l’intento di Dickens ne viene così tradito, siccome la sua intenzione era quello di rappresentare uno spaccato (critico) della società vittoriana, questa volta soprattutto quella benestante in cui i giovani si dileggiavano in frivoli club dai nomi improbabili (I Fringuelli del bosco) o ingannavano ricche pretendenti, come nel caso di Miss Havisham, la sposa cadavere interpretata giustamente da Helena Bonham Carter, sempre seducente ma danneggiata da regia e sceneggiatura maldestre che rendono più di una scena involontariamente ridicole. Mai avere grandi aspettative Il film insomma è consigliato a chi vuole rispolverare o scoprire il classico Dickens per poi approfondire il tema in altri modi, siccome il film non lascia molte soddisfazioni.
VOTO: 6

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