Diciamo subito che Mai così vicini è una buona commedia, piacevole, educata. Ma niente di più. Le psicologie dei personaggi sono abbozzate con ampie pennellate che suscitano ribrezzo e maligna simpatia per lui, compassione e incartapecorito affetto per lei. Prevedibile sin dall’inizio ogni sviluppo della trama, Reiner racconta una storia adatta al grande pubblico, per tutti, di quelle da bollino verdissimo. Ma le risate si contano sulle dita di una mano e non riusciamo ad entrare in vera sintonia con i personaggi. Tutto rimane in superficie, come un bel vestito elegante da matrimonio ben stirato e appeso alla gruccia.
Con Mai così vicini Reiner ci propone l’ennesima storia sulla morale del non è mai troppo tardi per ri-innamorarsi e su quell’attrazione degli opposti che ha toccato l’apice del meraviglioso Qualcosa è cambiato di James L. Brooks con Jack Nicholson e Helen Hunt.
La prova di Michael Douglas e Diane Keaton è onesta. Il primo, occhio di falco e sorrisetto da egoista cronico, è in formissima e impersona un personaggio che gli si addice a pennello. Diane Keaton, pur brava e padrona del personaggio, ha però ormai fatto il suo tempo, ingrigisce quanto le sta intorno, odora di naftalina.
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