Ieri, mentre a Madrid stava scoppiando un casino, io mi son messa a pensare a statistiche idiote. Per esempio: avevo letto, tempo fa, che i suicidi femminili aumentano sensibilmente al secondo giorno del ciclo mestruale. 'Sta cosa mi è rimasta talmente impressa da battezzare quella particolare ricorrenza “Depression Day”. Quindi, insomma, avrei dovuto anche intuirlo, che forse non era il caso di azzardare esperimenti culinari. Eppure. Il fatto è che c'erano volute ricerche mica da ridere, per reperire tutti quanti gli ingredienti. L'aneto, tanto per dirne una, non è che proprio abbondi nelle remote cittadine del nord est. Per non parlare delle foglie di vite, rubate al giardino di un ignaro sconosciuto e lavate venti volte in panico da insetti e verde rame. Comunque. Una volta compiuta l'impresa, sarebbe stato un peccato non arrivare alla fine. Il ricordo dei Dolmadakia di Salonicco era ancora troppo vivo nelle mie papille gustative per non volerlo a tutti i costi ricreare. Senza contare che di Giallo Zafferano mi sono sempre fidata un bel po'.
Per concludere: alla fine ho cenato un tozzo di pane col formaggio e una mela, sognando la fine della giornata e un gofre bello imbevuto di cacao. Grasso. Taaanto grasso. Grasso da morire. Per fortuna (mia e dell'umanità) il Depression Day è poi passato. Oggi ricomincio flamenco. Domani parto alla volta di Riva del Garda per una nuova edizione del Blogfest. E, di conseguenza, tutto può soltanto migliorare. Anzi, vado a preparare la borsa. Ci si legge al mio ritorno. O forse anche durante. Che ne so.