Certo adesso le piscine sono tutte attrezzate all’eventualità di un inquinamento da pipì, utilizzando dei coloranti particolari che al contatto dell’urina con l’acqua rendono il colpevole identificabile. Ma a chi, soprattutto da piccoli, non è capitato almeno una volta di non riuscire a trattenersi e di lasciarsi andare a comportamenti discutibili?
Secondo una ricerca recente, però, non bisognerebbe fare la pipì in piscina, non per una questione d’igiene o d’etica personale, ma per preservare la propria salute. Uno studio condotto dalla China Agricultural University ha verificato, infatti, come alcuni composti dell’urina a contatto con il cloro nell’acqua possano determinare la formazione di sostanze chimiche associabili a seri problemi respiratori. La ricerca pubblicata su Environmental Science & Technology ha riprodotto in un test di laboratorio ciò che accade nelle piscine cinesi nel momento in cui il cloro nell’acqua, utilizzato come disinfettante, entra in contatto con l’acido urico della pipì. Una simile reazione, secondo lo studio, porterebbe alla formazione del cloruro di cianogeno, un composto chimico estremamente tossico in grado di colpire, mediante semplice inalazione, il cuore e soprattutto i polmoni di chi è nelle vicinanze.
- Ricerca di: China Agricultural University
- Pubblicata su: Environmental Science & Technology
- Conclusione: Il contatto delle urine con il cloro in acqua può provare la formazione di un composto tossico