Ieri sera cominciavano gli ottavi di finale della Coppa Sudamericana, la seconda coppa più importante del continente (dopo la Libertadores ovviamente) paragonabile per criteri di ammissione ed importanza alla nostra Europa League.
Si affrontavano il glorioso Independiente (allenato dal "nostro" Ramon Diaz) e gli ecuadoregni de la Liga Deportiva Universitaria de Quito, più conosciuto semplicemente come LDU.
Sembrava di veder giocare il Barcellona contro l'Osasuna di turno. La parte del Barcellona però la interpretava l' LDU che non ha fatto letteralmente superare la metà campo agli argentini dal 20° del primo tempo fino alla fine. Volevo godermi il talento di De Federico ed invece mi sono ritrovato ad ammirare soltanto i giocatori di casa. Tra tutti mi ha impressionato Hernan Barcos. Inizialmente l' "impressionato" era da riferire soltanto al look. Attaccante alto e grosso, apparentemente abbastanza sgraziato, sporco brutto e cattivo con quei lunghi capelli ricci raccolti in una specie di coda. A vederlo sembra il classico attaccante di Serie C2 (ops, Seconda Divisione, chiedo scusa) che sgomita e la butta spesso dentro nei caldissimi campi del Sud Italia. Invece con la palla tra i piedi ci sa fare, altrochè se ci sa fare. Movimenti perfetti da prima punta affatto statica, grandissima capacità di tenere il pallone (autato anche dal gran fisico) e soprattutto una tecnica che non ti aspetti. Stop, sponde, passaggi filtranti, tiri di collo, mi ha ricordato il miglior Floccari. Sul primo goal di Ambrosi si libera con un solo gesto del difensore e mette l'assist dentro l'area. Sul secondo goal (bellissimo tra l'altro, dell'ottimo Bolanos) invece che concludere un uno-due mette di prima un passaggio filtrante dentro l'area da mezzapunta consumata. E' il classico attaccante che ci mette un attimo a diventar idolo dei tifosi, con quel look, con quel cuore, con quelle capacità. Incredibile come sia finito addirittura in Cina malgrado abbia sempre mantenuto una media goal pazzesca dovunque abbia giocato (compresa la Stella Rossa in Europa).
27 anni, forse perso per il grande calcio, ma se fossi un dirigente di una squadra tipo il Catania farei lo sforzo di andarlo a vedere.
Magazine Calcio
Ieri sera cominciavano gli ottavi di finale della Coppa Sudamericana, la seconda coppa più importante del continente (dopo la Libertadores ovviamente) paragonabile per criteri di ammissione ed importanza alla nostra Europa League.
Si affrontavano il glorioso Independiente (allenato dal "nostro" Ramon Diaz) e gli ecuadoregni de la Liga Deportiva Universitaria de Quito, più conosciuto semplicemente come LDU.
Sembrava di veder giocare il Barcellona contro l'Osasuna di turno. La parte del Barcellona però la interpretava l' LDU che non ha fatto letteralmente superare la metà campo agli argentini dal 20° del primo tempo fino alla fine. Volevo godermi il talento di De Federico ed invece mi sono ritrovato ad ammirare soltanto i giocatori di casa. Tra tutti mi ha impressionato Hernan Barcos. Inizialmente l' "impressionato" era da riferire soltanto al look. Attaccante alto e grosso, apparentemente abbastanza sgraziato, sporco brutto e cattivo con quei lunghi capelli ricci raccolti in una specie di coda. A vederlo sembra il classico attaccante di Serie C2 (ops, Seconda Divisione, chiedo scusa) che sgomita e la butta spesso dentro nei caldissimi campi del Sud Italia. Invece con la palla tra i piedi ci sa fare, altrochè se ci sa fare. Movimenti perfetti da prima punta affatto statica, grandissima capacità di tenere il pallone (autato anche dal gran fisico) e soprattutto una tecnica che non ti aspetti. Stop, sponde, passaggi filtranti, tiri di collo, mi ha ricordato il miglior Floccari. Sul primo goal di Ambrosi si libera con un solo gesto del difensore e mette l'assist dentro l'area. Sul secondo goal (bellissimo tra l'altro, dell'ottimo Bolanos) invece che concludere un uno-due mette di prima un passaggio filtrante dentro l'area da mezzapunta consumata. E' il classico attaccante che ci mette un attimo a diventar idolo dei tifosi, con quel look, con quel cuore, con quelle capacità. Incredibile come sia finito addirittura in Cina malgrado abbia sempre mantenuto una media goal pazzesca dovunque abbia giocato (compresa la Stella Rossa in Europa).
27 anni, forse perso per il grande calcio, ma se fossi un dirigente di una squadra tipo il Catania farei lo sforzo di andarlo a vedere.
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