Al grido di: "Non solo Quo vado?", noi blogger ci siamo riuniti oggi per parlare di film italiani, di ieri e di oggi, che una maggiore visibilità la meriterebbero, di film che nel loro piccolo, e nel loro grande, ci hanno reso un po' più orgogliosi della nostra patria.
A tenere a mente questo obiettivo, forse era meglio non far ricadere la scelta su un film che piccolo è piccolo, appartiene a un passato prossimo ("uscito" nelle sale nel luglio 2014, ma effettivamente mai arrivato al grande pubblico) ma che nonostante la buona volontà di cast e regia, scivola un po' troppo spesso nella confusione.
Ma visto che siamo qui a celebrare il cinema nostrano, mettiamo da parte dubbi e titubanze, guardiamo a quanto si è raggiunto, ai lati positivi.
Il primo, è quello di avere una commedia indie, in stile Sundance, tutta italiana.
Dalla voce fuori campo ai personaggi strampalati, dai fermo immagine strategici alla fotografia pulita e geometrica fino a una colonna sonora firmata dagli altrettanto indipendenti Amari, tutto richiama quelle commedie, spesso romantiche, che dall'oltreoceano conquistano la sottoscritta.
Qui però siamo in qualche zona dell'Italia, siamo in un quartiere borghese quanto basta e conosciamo Andrea, pronto finalmente ad affrontare la fatidica prima volta.
E non una prima volta qualsiasi, la prima volta con la ragazza più bella della scuola.
Possibilità di fallire non ce ne sono: i genitori sono partiti per le vacanze, lo credono al camposcuola, la casa è libera, se non fosse per Tommaso, il suo fratellastro patito per Maicol Jecson che come lui si veste e come i suoi figli si nasconde dietro a maschere.
Come liberarsene?
Gli amici del parco skate non ne vogliono sapere, la migliore amica di sempre nemmeno, forse, però, se lo si lascia da solo in un ospizio Tommaso troverà un nonno ad accudirlo.
Ed è così che il piano imperfetto di Andrea si schianta, con Cesare che si presenta in casa, convinto di essere davvero il loro nonno, e prende in mano la situazione.
Per arrivarci, a quella prima volta, passeranno diverse notti e diverse disavventure, imbarcandosi in un road trip surreale, dove tra pillole blu, alienisti e morti improvvise, a cambiare davvero non sarà Andrea alle prese con il sesso, ma Andrea alle prese con un fratello che mai considerava.
Merito di un misterioso nonno, che come arrivato se ne va, lasciando il segno.
A metà strada tra un Little Miss Sunshine e un American Pie più edulcorato e innocente, Maicol Jecson ha dalla sua un parterre di personaggi niente male, guidati dal protagonista sveglio e hipster quanto basta, ma surclassati da un Remo Girone la cui voce da sempre mi affascina, che qui non nasconde la sua vecchiaia, ma ne fa sfoggio in modo divertente.
Certo, di scivoloni come si diceva ce ne sono, a partire da una trama che si perde e si fa confusa, svolta verso il road movie, aumentando le tappe e i personaggi, e finendo anche troppo bonariamente.
Il tentativo di copiatura riesce quindi solo in parte, ma almeno si sente, si percepisce, la volontà di rimanere genuini, senza strafare.
E la visione scorre, godibile e divertente, dimostrando che nella botte piccola sta il buon vino, magari non così tanto da potersene ubriacare, ma quanto basta per un aperitivo come si deve.
La festa italiana continua anche negli altri blog, fateci un salto:
Solaris: Io sono l'amore
White Russian: Non essere cattivo
Pensieri Cannibali: Non essere cattivo
Director's Cult: Il volto di un'altra
Mari's Red Room: Shadow
Non c'è paragone: Basilicata Coast to Coast
Bollalmanacco: Almost Blue
Delicatamente perfido: Italiano medio
Magazine Cinema
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