Il PignolettoRosso di Banchette è un'antica varietà di mais, recuperata grazie al prezioso lavoro di un gruppo di agricoltori appassionati, supportati dall'Amministrazione comunale di Banchette, Provincia di Torino, che ha fornito un determinante apporto, e dalla Confagricoltura di Torino.
Quand a fiorisso ijbrignèt La melia antël sorghèt (quando fioriscono i pruni, è ora di seminare il granoturco) Sëmnème ‘d mars, sëmnème ‘d avril Fin ch'a fassa càudmii peuss pa vnì (seminatemi in marzo, seminatemi in aprile, fino a quando non faccia caldo, io non posso nascere)La meliaa dis:tirte an là, sorella, che mi i ven-o bela(il mais dice: fatti in là, sorella, che io vengo bella – bisogna seminare rado)La melia a dis:dëscausme cit, arcausme granda(il mais dice: scalzami quando sono piccolo, rincalzami quando sono grande)Pàuta ‘d maggspi d'agost
Nel Canavese, come in tutto il resto del Nord Italia ove la polenta era alimento della dieta giornaliera, sino agli anni cinquanta, era consuetudine da parte dei contadini seminare grandi superfici di mais per uso zootecnico e riservare una parcella del campo migliore dell'azienda per la semina della meliga per la polenta. La meliga per la polenta era il frutto di selezioni durate decenni, effettuate direttamente dai contadini allo scopo di ottenere un mais dalle qualità organolettiche eccellenti senza curarsi dell'aspetto produttivo, a differenza di quello ad uso zootecnico che doveva e deve tuttora soprattutto essere una varietà molto produttiva. Selezionarono l'Ottofile, Pignoletto, Ostenga il Marano e la Quarantina. Negli anni Sessanta e Settanta, la tradizione di consumare polenta era andata progressivamente perdendosi e, di pari passo, si era persa l'abitudine di
seminare i mais tradizionali per la polenta. Si era anche perso il “gusto” della polenta tradizionale soppiantata da polente preparate con le varie farine industriali (bramate, semolate, ecc.) dai tempi di cottura più brevi e di più facile reperimento ma dalle caratteristiche organolettiche piuttosto anonime.A cavallo tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, si è iniziato un paziente lavoro di ricerca degli ultimi contadini che ancora seminavano le varietà di meliga nostrana per polenta e, solo grazie all'intraprendenza di imprenditori appassionati, si è potuto salvare l'Ottofile l'Ostenga e la Pignoletto che erano veramente sull'orlo dell'estinzione.Visto il progetto il Comune di Banchette ha accolto favorevolmente l'iniziativa e ha messo a disposizione dei cerealicoltori un fondo agricolo della superficie di circa 4 ettari la Provincia di Torino ha messo a disposizione i mezzi per la bonifica del terreno e la consulenza tecnico scientifica ,abbiamo poi anche avuto l'apporto dell'unione agricoltori di Torino che ha messo a disposizione i suoi tecnici. Visto tutte le premesse nella primavera del 2005 siamo riusciti a partire con il progetto che rispetto alle premesse iniziali si è ampliato diventando un laboratorio di sperimentazione non solo per il mais “Pignoletto Rosso” ma anche per altre iniziative come quella portata avanti sui cavoli e sui sovesci, il tutto eseguito rigorosamente con metodi biologici. Questo prodotto oggi fa parte degli antichi mais piemontesi e del paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino
http://www.pignolettorosso.it/
ASSOCIAZIONE
PIGNOLETTO ROSSO
Piazza G. Faletti 7/4 10010 Banchette
TEL. 3472250435 – 3455764761 Info: [email protected]
Tutte le informazioni sono state prese da www.pignolettorosso.it