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Sul nostro blog, spesso abbiamo parlato di esseri umani giganti che, secondo alcuni indizi, in un tempo remoto avrebbero abitato il nostro pianeta. Tuttavia, nonostante la grande letteratura sui giganti, poche o nessuna prova archeologica convincente è mai stata mostrata al grande pubblico. Caso diverso, invece, per gli esseri umani “nani”. Qualche anno fa, fece scalpore la scoperta di un corpo fossilizzato di una specie umana di piccole dimensioni, ribattezzata Homo floresiensis. Vissuto 13 mila anni fa, era alto poco più di un metro, e con una capacità cranica di 380 cm3, molto inferiore non solo rispetto ai suoi contemporanei,ma anche a tutti gli ominidi conosciuti che hanno preceduto l’Homo sapiens. Ancor più sorprendente è stata la recente scoperta di un antico borgo iraniano nel sud della provincia di Khorasan, noto come Makhunik, il quale mostra le caratteristiche di una vera e propria “città dei nani”. Situato a circa 100 chilometri a est del distretto di Shahdad, i resti dell’antico insediamento ricordano le descrizioni della città di Liliput contenute nel celebre romanzo di Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver. Come riporta il sito di presstv.ir, l’antica città di Makhunik (Makhoonik) faceva parte del territorio della civiltà degli Aratta e gli esseri umani nani lo occuparono nel 6 mila a.C. Le dimensioni dei suoi occupanti può essere dedotta dalle dimensioni della città. Tuttavia, per corroborare l’ipotesi che gli occupanti di Makhunik appartengano alla specie umana più piccola mai trovata, si è fatto riferimento alla scoperta di un corpo mummificato di appena 25 centimetri scoperto presso l’area nel 2005. Il cadavere fu rinvenuto da due contrabbandieri che erano intenzionati a vendere la mummia per circa 3 milioni di dollari in Germania. Gli archeologi ritengono che la mummificazione è avvenuta grazie a processi naturali. Le analisi forensi hanno permesso di stimare l’età dell’individuo intorno ai 16-17 anni al momento della morte. Quando il corpo fu visto e analizzato per la prima volta, gli archeologi ritenevano che ci si trovava semplicemente di fronte ai resti mummificati di un individuo affetto da nanismo: “Anche se è dimostrato che il cadavere appartiene ad un nano, non possiamo concludere per certo che la regione della sua scoperta ospiti una città di nani”, ebbe a dire il dottor Javadi, archeologo dell’Organizzazione Beni Culturali e del Turismo della provincia di Kerman. Tuttavia, la scoperta della città in miniatura di Makhunik ha reso i ricercatori più possibilisti. “Un aspetto significativo della scoperta è la strana architettura delle case, dei vicoli e delle attrezzature”, rivelano i ricercatori. “Le pareti, il soffitto, i forni, gli scaffali e tutto il resto possono essere stati utilizzati solo da nani”. Ma non tutta la comunità scientifica è concorde su questa conclusione: “Gli scavi archeologici eseguiti in 38 anni nella regione di Shahdad negano l’esistenza di qualsiasi popolazione nana. Le case rimaste hanno mura alte 80 cm, ma in origine erano di 190 cm. Alcune pareti rimaste sono alte solo 5 cm, dovremmo quindi concludere che le persone che vivono in queste case erano alte 5 cm?”, commenta Mirabedin Kaboli, responsabile degli scavi archeologici in città Shahdad. Cosa, dunque, possiamo concludere circa Makhunik e la piccola mummia? Sembra che la gran parte della copertura mediatica delle scoperte sia stata stimolata soprattutto dalle leggende. Eppure, è curioso che racconti su uomini di piccola statura non esistono solo in Iran, ma in molte culture di tutto il mondo. Sembra che gran parte delle relazioni media per quanto riguarda il caso è stato stimolato dalla voce e travisato attraverso sensazionalismo. Sembra più probabile, la mummia è i resti naturalmente conservati di un bambino, come gli studi antropologici hanno rivelato. Tuttavia, è curioso che leggende del “piccolo popolo” non esistono solo in Iran, ma può essere trovato in molte culture in tutto il mondo. Secondo la dottoressa Susan Martinez, autrice de “La storia del Piccolo Popolo”, un’antica specie di uomini di piccola statura potrebbe aver realmente abitato la Terra in passato. Il riferimento è a numerose storie e leggende provenienti da molte culture, come gli dei nani del Messico e del Perù, il Menhune delle Hawaii, il Nunnehi della Cherokee. Ma la ricercatrice fa riferimento anche ad affascinanti scoperte archeologiche, come reti di minuscoli tunnel, piccole bare, porte basse e capanne di dimensioni minime. È possibile che la scoperta di Makhunik si aggiunga alla lista di indizi sull’esistenza di esseri umani nani? Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it
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