Arriva il freddo e arrivano i malanni di stagione. Solo pochi giorni fa avevo osato pensare che quest'anno l'inverno mi stava andando benino, nemmeno un raffreddore o un colpo di tosse. Mi ero illuso di essermi temprato con quel paio di corsette settimanali che riesco a fare con assiduità (il cui vero scopo è lasciar fluire qualche nuova idea narrativa e mantenere il fisico in uno stato non debordante). Illuso, appunto.
Alcuni giorni fa uno dei figli torna da scuola con il mal di gola. Alla sera ha tonsille color del fuoco e due linee di febbre. Al telefono, nonna Ines raccomanda di stare al caldo, mettere maglia di lana e propone un suo decotto mi-ra-co-lo-so. Ecco, penso, mal di gola rimedi della nonna (ma non lo dico, da bravo figliolo). Rispondo con tachipirina e sciroppi dal nome medicaltecnico. Due giorni dopo è la volta della figlia, due linee di febbre e un mal di gola fulminante che la lascia senza voce. E' il virus preinfluenzale di quest'anno, che sta decimando le classi a scuola. Alla sera al telefono Nonna Ines raccomanda anche per lei caldo, maglia di lana e decotto. Figurarsi, penso io. Di nuovo diamo fondo all'armadietto dei medicinali. Qualche giorno dopo, come in un film apocalittico, mi sveglio con la gola in fiamme. Ecco, sono contagiato anch'io. Non dico nulla a Nonna Ines e inizio a trangugiare antiinfiammatori, aspirine e spararmi spray sulle tonsille. Dopo tre giorni, senza più voce e con la gola che sembra ricoperta di cartavetrata al telefono le mormoro "Ehm, com'era la storia di quel decotto?"
Lei dice che me lo prepara subito, di andare a prendermelo. Ma no, non voglio correre il rischio di contagiarla e la convinco a darmi la sua ricetta segreta! Segue una discussione empirico-tecnica (una manciata a quale sistema di misura si riferisce, non è nel SI, vero?) e sospendendo il mio scetticismo scientifico seguo le sue istruzioni e me lo preparo. Due giorni di gargarismi con il suo decotto e zac! La mia gola è a posto! Alla faccia di mal di gola rimedi della nonna!
A questo punto, forse è giusto che il mondo sappia di questo portentoso liquido da gargarismi, ecco la ricetta del decotto di Nonna Ines (Nota: tutte le dosi sono date in doppia unità di misura, tra parentesi in corsivo quelle nel sistema di riferimento di Nonna Ines) :
1. Raccogliete e lavate 20 foglie di salvia ( una bella manciata). Fatele bollire in 500ml di acqua ( mezzo pentolino) per 15 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.
2. Strizzate e togliete le foglie dal liquido ottenuto (bruno, zozzo, con un po' di schiuma biancastra, ma non allarmatevi), filtratelo con un passino e passatelo in una caraffa. Aggiungete acqua fredda fino ad arrivare a 750ml totali di liquido ( quasi tre quarti di pentolino).
3. Aggiungete 250ml ( un bicchiere) di aceto bianco di vino. Mescolate e mettete in frigorifero.
4. Il decotto va usato per fare 4 - 6 gargarismi freddi al giorno (non va bevuto!). Quando è il momento del gargarismo, versate mezzo bicchiere di liquido e aggiungete a freddo 5ml ( un cucchiaino) di miele. Questa è la parte difficile, il liquido è freddo e il miele fatica a sciogliersi. Usate cucchiaino e forchetta per farlo entrare in sospensione (lavorando il miele con la forchetta come se fosse l'uovo per la carbonara, per intenderci).
5. Fate gorgogliare il liquido in gola: gloglorogloroglorglorogloroglor e sptchù. Se vedete dei residui brunastri nel lavandino non allarmatevi, non sono le vostre tonsille, ma la dimostrazione secondo Nonna Ines che il decotto funziona.
6. Riposatevi al caldo sotto una coperta, magari con un buon libro. Qualche consiglio? Beh, occorre proprio che ve lo dica?