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Malala di Davis Guggenheim: la recensione

Creato il 05 novembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

locandinaNon smettere mai di lottare

Documentario diretto dal Premio Oscar Davis Guggenheim, Malala è uno sguardo a tutto tondo sulla sedicenne attivista per il diritto all’istruzione femminile, che ha subito un attacco terroristico dai talebani nel 2013.

Figlia di un insegnante pakistano, Malala Yousafzai nel 2013 è stata vittima di una rappresaglia talebana perché ha denunciato (prima attraverso un blog e successivamente a mezzo stampa) l’impossibilità da parte delle donne di andare a scuola.

Pellicola che ruota necessariamente attorno al fatto di cronaca che ha colpito la sedicenne pakistana, Malala è lineare nel suo intento e nella narrazione. Difatti lo spettatore si appresta a osservare un racconto che utilizza l’animazione per mettere a fuoco il passato, mentre preferisce immagini di repertorio e interviste dirette per narrare il presente di una ragazza che ha rischiato la propria vita per portare avanti un’idea. Malala è un documentario necessario per poter comprendere in modo lucido le restrizioni di un governo talebano, che dapprima è stato accolto come il salvatore della patria, mentre successivamente ha iniziato a imporre divieti, a uccidere in nome dell’Islam, costringendo il popolo pakistano a vivere nel terrore e nell’ignoranza.

Malala si sviluppa su due livelli e ha il primario interesse di raccontare la quotidianità di una sedicenne, che ha colpito il mondo intero grazie al suo attivismo e al suo impegno. La vita in casa, la scuola, il rapporto con il padre e con le istituzioni sono gli elementi che meglio caratterizzano il documentario di Guggenheim, che si interroga e domanda a Malala Yousafzai come sia cambiata la sua esistenza una volta trasferita a Birmingham a causa della sua situazione in bilico tra la vita e la morte.

Buon prodotto, che però ostenta una dimensione principalmente televisiva, Malala è semplice e lineare, mette quasi in secondo piano il Premio Nobel per la pace, preferendo fotografare il percorso difficile e pericoloso che ha intrapreso l’adolescente pakistana. Per poi tornare automaticamente al tragico momento dell’attentato, un evento che le ha lasciato enormi cicatrici (psicologiche e fisiche). È questo il punto di svolta di una vicenda che, purtroppo, non sconvolge più e fatica a far commuovere perché di donne vessate e impossibilitate a istruirsi ce ne sono tantissime nel mondo. Malala parla anche di loro e lo fa con il cuore.

Uscita al cinema: 5 novembre 2015

Voto: ***


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