1. una collega di guardia su tre piani ospedalieri in un giorno festivo viene chiamata perchè una paziente ha perso conoscenza. Ha appena tempo di recarsi al piano e iniziare la rianimazione che arrivano .. i carabinieri, chiamati dai parenti che si trovavano per caso ancora in ospedale all'ora delle visite. Cioè questo non accade DOPO, quando i parenti, superato lo shock per la perdita improvvisa e inaspettata di un loro familiare, attivano una procedura legale perchè ritengono che sia stato commesso qualche errore nella gestione della paziente. No. Questo accade mentre la mia collega la sta rianimando, mentre sta svolgendo il proprio lavoro. La paziente purtroppo muore dopo più di un'ora di rianimazione. E' un evento inaspettato, per cui è lo stesso primario insieme alla collega - e non la famiglia- a richiedere l'autopsia. La quale autopsia dimostra che la paziente è deceduta per cause non prevedibili e non dipendenti dalla gestione clinica.
2. un collega visita una paziente obesa, ipertesa, diabetica, quindi ad elevato rischio di eventi cardiovascolari maggiori (infarto, ictus). La signora lamenta affanno per sforzi precedentemente ben tollerati. Il collega le fa l'elettrocardiogramma e l'ecografia del cuore che risultano normali a riposo e poi le propone un test da sforzo, la scintigrafia miocardica, per evidenziare sotto sforzo ciò che a riposo non è evidente, cioè segni di soffrenza coronarica. La signora si reca all'ospedale e le prenotano non la scintigrafia, ma un altro tipo di test da sforzo, altrettanto valido. Il test da sforzo per sua stessa definizione serve a sottoporre la paziente ad un carico di lavoro tale da mettere in evidenza una eventuale ischemia cardiaca così da porre la diagnosi e attuare poi la terapia appropiata. E' un esame non privo di rischi tanto che 2 pazienti su 10000 possono sviluppare complicanze fatali a seguito del test, tuttavia lo si prescrive quando, come in questo caso, il rischio di farlo risulta inferiore al rischio di tenersi la patologia senza saperlo ed essere esposti alle conseguenze (anche in questo caso potenzialmente fatali). La paziente dà il consenso all'esame, ma sfortunatamente lo sforzo le stimola un'aritmia (segno che effettivamente c'era sotto una malattia coronarica) e infine un arresto cardiaco.
I parenti, in sala d'attesa, saputo l'accaduto aggrediscono fisicamente la dottoressa che ha fatto l'esame, tanto che lei chiama i carabinieri e a questo punto scatta in automatico l'indagine. Il mio collega è nel registro degli indagati insieme ai medici che hanno effettuato l'esame. Il suo operato è stato limpido e corretto, tanto che sono sicura tutto verrà risolto senza alcun danno per lui. Senza alcun danno ? Intanto, per le sole formalità, ha già dovuto spendere migliaia di euro in ..spese di giurisprudenza, diciamo, e lui stesso sa che, con gli attuali tempi processuali, la cosa non verrà archiviata prima alcuni mesi, forse un anno e più. E intanto uno che si vede arrivare a casa una convocazione dei carabinieri per aver svolto con coscienza il proprio lavoro come si deve sentire a continuare a lavorare ? E cosa deve pensare sapendo che quella stessa paziente si trascinava addosso quegli stessi sintomi da mesi e nessuno dei colleghi prima di lui li aveva presi in considerazione e forse se lo avessero fatto la patologia della paziente sarebbe stata, forse, ancora gestibile ? Perchè ora non sono quei colleghi ad avere l'angoscia anzichè lui ?
Lo so bene quando un medico parla di malasanità si pensa sempre che sia di parte. Ecco, diciamolo subito, io sono profondamente di parte. Dalla parte dei medici che operano con scienza e coscienza, due paroline abusate, ma tanto necessarie. Se vengono effettuati errori medici oggettivi, dimostrati, allora è giusto che vengano valutati e giudicati nelle sedi opportune. Ma i medici scrupolosi, seri, che ancora studiano (perchè è solo così che si può sperare di fare questo mestiere), quelli no porca miseria. Quelli dovrebbero essere difesi a spada tratta dai pazienti, dai giornali (!), dai colleghi, dai giudici.
In medicina mi è stato insegnato che ogni fenomeno ha più facce, va visto e valutato in modo poli-parametrico. Infatti molte sono le facce della cosiddetta malasanità: i giornalisti strilloni che, senza una minima cognizione medica (perchè per parlare di medicina, se non si è un medico, così come di architettura se non si è architetto, bisogna avere un minimo di cultura scientifica) si permettono di instillare dubbi nelle persone/pazienti su argomenti importanti in nome delle copie in più da vendere.
Alcuni avvocati, ben presenti in vari siti internet, alla radio e persino nelle pubblicità via mail oltre che all'ingresso di vari pronti soccorsi, che promettono risarcimenti milionari a costo zero (della serie se perdiamo la causa non mi pagate la parcella) fomentando nelle persone più avide la voglia di intraprendere cause a prescindere dal trattamento sanitario offerto, della serie "ci proviamo tanto l'ospedale si cala sempre le brache e paga". Perchè questi avvocati fanno tanta pubblicità alla malasanità? La prima risposta che mi verrebbe in mente è business, la seconda.. non c'è una seconda.
Le strutture ospedaliere che effettivamente, prima di far trascinare una causa, preferiscono risarcire anche senza che sia stato commesso alcun errore medico, cosa che a mio parere fa apparire in mala fede l'ospedale agli occhi della gente.
So benissimo che i medici come tutte le categorie e sempre generalizzando non sono tutti perfetti: ne esistono di maleducati, menefreghisti, egoisti, solipsisti, avidi, ignoranti. Ma ne esistono tanti anche di onesti, generosi, responsabili, brillanti, empatici, sapienti.
E allora per esempio perchè il mio collega, che sa di essere coinvolto ingistamente in una causa legale, non può, in caso gli venga riconosciuta la ragione, rivalersi in automatico per danni morali sul mandante della causa stessa, come accade negli Stati Uniti e in Gran Bretagna? Forse questo diminuirebbe il numero delle cause intentate senza presupposti medico-legali coerenti e sfronderebbe un pò il terreno..E forse farebbe capire a chi è vittima di un dolore che prima viene il dolore e poi, a mente fredda, dopo, viene la lucidità che conduce a sentire periti legali, firmare carte, attivare processi e infine compiere un atto importante come una denuncia. Attivare la macchina complessa della giustizia senza validi motivi ( e le statistiche ci dicono che è così nella maggioranza dei casi di denciata malasanità) è un atto grave e non giustificato dal dolore, anzi, che secondo me con il dolore non c'entra nulla.
Oltre tutto i medici sono tanti milioni di milioni. Se ritenete che uno non sia all'altezza, cambiate subito, non fra cinque minuti, perchè i primi responsabili di noi stessi siamo noi.
E inoltre tutto questo polverone non farà che peggiorare una delle cose più importanti in sanità, cioè il rapporto medico paziente, con tanto danno dei medici, ma sicuramente con ancora più danno dei pazienti.
Vogliamo davvero questo ?