Contrariamente a quanto si è portati a credere, le malattie reumatiche sono frequenti anche in età pediatrica: sono infatti in media 10.000 i bambini che ogni anno sono colpiti da una malattia reumatica. “Semplicemente guardarli” è l’invito di APMAR, Associazione Persone con Malattie Reumatiche, delle Organizzazioni del mondo pediatrico (SIP – Società Italiana di Pediatria, FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri e SiMPeF - Sindacato Medici Pediatri di Famiglia) che hanno condiviso l’appello a saper guardare e a superare il pregiudizio che porta ad escludere nei bambini, perché considerate malattie dei vecchi, le malattie reumatiche.
Spesso infatti la diagnosi è assai tardiva proprio perché non vi è una adeguata conoscenza del problema.
Per brevità si chiamano malattie reumatologiche, al plurale proprio perché sono tante: la forma più diffusa è l’artrite idiopatica giovanile, segue il lupus eritematoso sistemico, la dermatomiosite giovanile, la sclerodermia, la spondiloartropatia giovanile, la malattia di Kawasaki, la vasculite sistemica primaria giovanile, la poliartrite nodosa, e tante altre ancora; per alcune ci sono cure riconosciute, per altre, come la sclerodermia, non esistono ancora terapie adeguate. Ma il primo passo è rappresentato sempre dalla diagnosi senza la quale ogni sforzo è vano.
Le malattie reumatologiche sono tutte caratterizzate da infiammazione cronica che progressivamente danneggia il tessuto bersaglio diminuendone la funzionalità. Negli ultimi 20 anni le conoscenze dei meccanismi che portano a questa infiammazione cronica sono aumentate in maniera esponenziale. Sono state identificate le cellule e le molecole che orchestrano l’infiammazione articolare, che si è scoperto non sono uguali fra le diverse forme di artrite o più in generale fra diverse malattie reumatologiche. Queste molecole e queste cellule sono diventate bersaglio di farmaci intelligenti, i cosiddetti biotecnologici, che neutralizzano in maniera specifica il singolo mediatore o la singola cellula. L’applicazione delle nuove terapie sta modificando la storia naturale di queste malattie. Rispetto anche a solo 10 anni fa, l’assenza di segni e sintomi di malattia e la normale qualità di vita sono adesso obbiettivi raggiungibili in una grande percentuale dei bambini. La sensibilità per una diagnosi rapida e ad una corretta applicazione delle terapie più moderne sono prerequisiti essenziali per il raggiungimento di questi obiettivi.
Le malattie reumatologiche nell’età evolutiva hanno caratteristiche molto diverse dall’età adulta e richiedono quindi competenze specifiche pediatriche. Il bambino con malattia reumatologica viene spesso identificato dal pediatra, ma richiede poi l’intervento del reumatologo pediatra per la definizione diagnostica e la corretta terapia. In Italia negli ultimi anni i bambini con necessità assistenziali per patologie croniche e/o complesse sono aumentati significativamente di numero e richiedono un approccio multidisciplinare, specialistico pediatrico e che coinvolge diverse professionalità. Non di rado i bambini con patologie reumatologiche hanno una qualità di vita che risente delle limitazioni imposte dalla malattia e richiedono un supporto e un coinvolgimento non solo sanitario, ma di tutti coloro che interagiscono, a diverso titolo, con i bambini, in particolare la scuola, ma anche nello sport.