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Maldive: paradiso vs discarica

Creato il 10 ottobre 2014 da Deboramorano @DeboraMorano

La Repubblica delle Maldive è situata nel cuore dell’Oceano Indiano e comprende 1192 isole di una bellezza stupefacente.

Ogni anno è visitata da milioni di turisti di tutto il mondo che vengono accolti all’aeroporto di Male, appena atterrati, scortati al pontile e trasportati in barca fino ai resort.

Quello che si nota, però, ancora prima di salire a bordo della barca è la temibile colonna di fumo denso, all’orizzonte, non poi così lontana, proveniente dall’isola-discarica più grande del mondo.

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Il suo nome è Thilafushi,  brucia rifiuti per 24 ore al giorno, sette giorni su sette, creando una colonna di fumo tossico visibile a 70 chilometri di distanza.

L’isola-discarica nasce nel 1991, ed è costruita interamente da strati di sabbia e immondizia, che hanno ricoperto la laguna di Thilafalhu e dato vita ad uno dei più grandi disastri ambientali dell’Oceano Indiano. Dista appena 6,85 km dalla capitale Male e da 23 anni raccoglie e secondo i gruppi ambientalisti brucia a cielo aperto dalle 300 alle 400 tonnellate di immondizia al giorno proveniente dai resort e dalla capitale.

Tra i rifiuti che arrivano alla discarica ci sarebbero anche quelli altamente tossici come amianto, mercurio, bombolette spray, lampade al neon, barattoli di vernice, frigoriferi eccetera. Solo bottiglie di plastica, oli dei motori, metalli e carta vengono raccolti a Thilafushi e inviati via nave in India, formando la più grande esportazione dalle Maldive al suo vicino del nord-est.

Tutto il resto, compresi i rifiuti elettronici, va semplicemente in fiamme.

Un pericolo per la catena alimentare. Senza parlare del fumo, che spesso, a seconda della direzione del vento, arriva, con tutto il suo olezzo, fino a Male.

Tra i vari progetti per Thilafushi, spicca quello di un porto internazionale situato sulla barriera corallina più meridionale che comprenderà anche un terminal container a un parco amministrativo con blocchi di uffici, servizio di traghetto, moli di carico e scarico e altri servizi correlati.

E’ prevista, inoltre, la costruzione di ponti di collegamento tra le isole vicine e progetti di ricerca ed estrazione di petrolio. Manca ancora un impianto di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti.

Di fatto, la discarica di Thilafushi è stata abbandonata a se stessa e la colonna che si alza da essa fa da monito alle attività future.

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(fonte: http://www.nationalgeographic.it)


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