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Maledetti libri bastardi, sono ancora vivo

Creato il 31 dicembre 2012 da Andreapomella

L’ultima domenica dell’anno, come ogni domenica, entro nella libreria sotto casa, e mi metto a spulciare fra gli scaffali con l’aria di quello che ha voglia di perdere tempo. Oltre a me non c’è nessuno, a parte la commessa, che se ne sta coi gomiti piantati sul banco davanti alla cassa a chiacchierare al telefono con qualcuno. Lei è sempre la stessa, una moretta con un’espressione sveglia, quella con cui una volta mi sono messo a scambiare opinioni su Ian McEwan (l’unica volta in vita mia, dacché ricordo, che ho scambiato opinioni su qualcuno o su qualcosa con una commessa di una libreria; e tutto questo non perché io abbia qualcosa in contrario allo scambiare opinioni con le commesse delle librerie, ma perché la mia ostinata riluttanza ad avere una qualsiasi forma di relazione umana con degli sconosciuti è angosciante). Dunque, tiro su un libriccino di Cheever e ne esamino la quarta di copertina. In quel momento sento la commessa al telefono che sbuffa e fa: “Qui è una palla mortale. C’è più vita al Verano”. Al che mi tocco il viso con entrambe le mani e mi guardo intorno. E la novità – è sempre una novità quando lo si scopre con una certa oggettiva sicurezza – è gaudiosa. Sapete, gente, l’ultima domenica dell’anno, davanti a una gran massa silenziosa di romanzi, saggi, manuali, pamphlet, tutti lì impilati che mi sogguardano come una classe di boriosi liceali sogghignanti, ho intuito questo: Maledetti libri bastardi, sono ancora vivo.


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