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Maledetto astice

Creato il 25 gennaio 2015 da Marcopress @gabbianone

Da quando una vicenda non diversa da Farsopoli ha cancellato Viola, posso guardare Masterchef con l’orrore dell’indifferenza. Miglior trasmissione tivvù del terzo millennio, la quarta edizione si avvicina al paradiso per quanto è cattivissima nei dialoghi.
Il più tagliente di tutti, perché non finge, o finge di non fingere, è Bruno Barbieri, Bb come la Bardot, classe. La prossima Cena degli Uomini la potremmo fare da lui, Bastianich ha già provveduto per noi.
I tre giudici (Gracco completa il collegio) sono bravissimi, ma la grandezza dell’edizione Numero 4 sta nel gruppone dei concorrenti. Materiale enorme, a livello di Rischiatutto (la deriva del paese è ben spiegata proprio dai concorrenti tivvù: siamo passati da Inardi a Renzi).
Un segnale di svolta, chissà, arriva proprio da Masterchef. Concorrenti me-ra-vi-glio-si. Nel cuor mi stava la spettacolare Viola, deliziosa ventenne dall’emozione facile, caduta, mannaggia, sulla cottura dell’astice blu (per colpa naturalmente dell’astice che non ha resistito come avrebbe dovuto).
Adesso mi tocca simpatizzare più che tifare. Cito, senza passione ma con ammirazione, due giovanotti di un certo talento, quello che se la tira tantissimo (a ragione), Nicolò, e Simone, quello che acchiappa. Il conte Giuseppe Garozzo Zannini Quirini, miracolato del sorteggio, è un gradino sotto (non credo durerà a lungo). Tra le cuoche (Viola dove sei) la top-player Amelia e la wedding planner Maria, una garra da paura.
Nel mio personalissimo cartellino Nicolò, Amelia e Simone sono da podio. Filippo può fare la sorpresa: è il più freddo. È tivvù, recita, montaggio, ma ha molta verità: a un certo punto, come a Rischiatutto, quelli che entrano in cabina sono davvero sotto pressione. L’astice come una carambola.



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