Vi confesso che da bambina questo era uno dei piatti che odiavo di più, non per il gusto, che ancora oggi adoro, ma per le ore passate a raccogliere le mitiche foglie di questa erba salutare...avrei preferito passare il tempo a soffiare sui bianchi palloncini carichi di semi e restare a guardare le centinaia di piccoli paracadute librarsi nell'aria tersa primaverile, ma avrei compromesso il piatto che adoro e che ha sempre fatto parte del menù pasquale in casa della nonna
Ingredienti
400 g tarassaco 250 g Ricotta 160 g Farina 00 (Mulino Marino) 50 g Burro olio extravergine di oliva 80 g Parmigiano Reggiano 24 mesi 2 uova medie 2 scalogni noce moscata sale
Procedimento
Pulire con cura il tarassaco e lessare in poca acqua salata per 5' min. scolare e strizzare bene.
Unire alla ricotta il tarassaco, precedentemente tritato al coltello, le uova, il Parmigiano Reggiano grattugiato, la farina, un pizzico di noce moscata e il sale, lavorate il composto amalgamando il tutto ottenendo un composto abbastanza solido. Con l'aiuto di due cucchiai formare dei grossi gnocchi ovali depositandoli su abbondante farina.
Portare ad ebollizione abbondante acqua salata e lessare i malfatti calcolando 5' min. di cottura da quando tornano a galla.
In una padella insaporire gli scalogni affettati a velo con il burro e un cucchiaio d'olio, unendo poca acqua di cottura. Scolare gli gnocchi trasferendoli in padella insaporendoli nell'intingolo.
Servite i malfatti ben caldi cosparsi con Parmigiano Reggiano grattugiato e poco pepe bianco.
in cucina il taràssaco si usa come contorno, in insalata crudo, o lessato, anche ripassato in padella. I petali dei fiori possono essere consumati in insalata. Le radici, essiccate e abbrustolite, sono usate come succedaneo del caffè. Tutte le parti della pianta sono impiegate nella preparazione di vini, liquori, aperitivi, birra. Tarassaco, dente di leone, soffione, piscialetto, ingrassaporci, bofarella, soffiùn, cicoria selvaggia, cicoria matta, cicoria burda, in qualunque modo lo chiamiate ha infinite proprietà salutari troppo spesso dimenticate.