L’esplosione di un’auto-bomba a Kidal, nel nord del Mali,toglie di nuovo il sonno alla gente, fa temere il peggio e conferma l’applicazione della tecnica di guerriglia,messa in atto ormai, da più giorni, dai gruppi armati fondamentalisti, che intendono respingere tanto i francesi che i loro alleati.
L’auto-bomba, infatti, è esplosa proprio nei pressi di una base militare franco-ciadiana.
I gruppi armati in questione sono quasi certamente gli Ansar al Din, i Mujao e gli Aqmi.
Mentre i Mia (Movimento islamico dell’Azawad) e l’Mnla (Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad) sostengono i francesi.
Che i primi tre raggruppamenti facciano proseliti lo si spiega da più parti con la povertà delle popolazioni locali e l’ignoranza, specie quella dei giovani, che non intravedono alcun avvenire per il loro immediato futuro.
La corruzione nella capitale, Bamako, e i non pochi giochi politici per accaparrarsi il potere e spartirlo ai propri fedelissimi, ci sono stati e continuano a esserci purtroppo, per cui la chiarezza è quasi nulla come anche le aspettative.
I francesi è noto che hanno in Mali i propri interessi (vedi il tesoretto presente nel sottosuolo del Paese) cui accudire.
I Paesi confinanti neanche loro scherzano quanto ad avidità e sperano di ottenere comunque dei vantaggi dall’essere corsi in soccorso.
E i maliani perciò , a cose fatte, quasi certamente si ritroveranno tristemente a raccogliere soltanto le briciole.
E ,per di più, con il grosso fardello della indispensabile ricostruzione dopo le note devastazioni.
Intanto è notizia certa che, nei prossimi giorni, alcuni delegati di una specifica commissione per il Mali della Cedeao/Ecowas discuteranno a Bamako con le forze politiche in loco l’attuale situazione politico-sociale del Paese e le prospettive a termine.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)