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Malice: il Fantasy Classico di John Gwynne

Creato il 14 gennaio 2016 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Malice: il Fantasy Classico di John Gwynne

L'infinita lotta tra luce e tenebre, bene e male, da sempre infiamma gli uomini, siano essi buoni o cattivi, eroi o codardi, e, nel contempo, assai spesso è anche il filo conduttore delle storie fantasy. La mia affermazione trova ennesima conferma nel romanzo d'esordio di John Gwynne: Malice - La guerra degli dèi (edito da Fanucci nel 2014 con la traduzione di Stefano Andrea Cresti). Il volume in questione rappresenta il primo capitolo di una saga molto promettente intitolata La fede e l'inganno.

Nato a Singapore, Gwynne ha studiato e insegnato alla Brighton University ed ha sempre avuto la passione per la letteratura fantasy, passione che, coltivata nella sua adolescenza da giramondo al seguito del padre, militare della RAF (Royal Air Force), si è di fatto trasformata in un secondo lavoro (il nostro gestisce una piccola azienda che si occupa di restauro di mobili vintage) che gli ha regalato finora un confortante successo.

All'interno del variegato mondo del fantasy e dei suoi sottogeneri, si potrebbe collocare Malice - La guerra degli dèi dalle parti di classici come Il Signore degli Anelli di Tolkien o La spada di Shannara di Terry Brooks. Quasi inevitabile, poi, trovare un richiamo, almeno per quanto riguarda la struttura della saga, ad uno dei più grandi successi contemporanei del genere (grazie anche alla sua trasposizione televisiva): Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin.

Nell'opera di Gwynne il bene e il male sono chiaramente definiti, mentre i suoi protagonisti abbisognano invece di un lungo ed articolato percorso per assumere i tratti distintivi di eroi positivi o negativi, non arrivando mai a quelle figure di antieroi tipiche del modaiolo Grimdark fantasy.

La scelta dell'autore è quella di seguire un'impostazione a POV (punto di vista) multiplo con la storia principale che si dipana in una miriade di sottotrame in cui i vari protagonisti, ben tratteggiati psicologicamente, crescono scoprendo gradualmente il proprio ruolo, a coronamento di vicende apparentemente non collegate tra loro. Pagina dopo pagina (qui si sfiorano le ottocento), ogni singolo personaggio, da Nathair a Corban, da Cywen a Gar, da Veradis a Kastell, da Evnis a Halion, da Camlin a Morcant, assume una fisionomia chiara, spazzando dubbi e incertezze sul proprio io, spesso al prezzo di scelte dolorose e dalle infinite e gravi conseguenze.

Malice - La guerra degli dèi è ambientato nelle Terre dell'Esilio, un mondo che è stato, nell'antichità, testimone di una feroce e sanguinosa guerra tra uomini, giganti e altre creature e che ora vive sul delicato equilibrio di una pace traballante, insidiata da più parti, come alcuni segni sovrannaturali preannunciano (non manca un'oscura profezia). Su questo sfondo complesso si innestano le storie di un manipolo di personaggi che, più o meno volontariamente, si determineranno a scegliere il bene o il male.

La parte più complessa e pesante del libro è proprio quella iniziale in cui tanta, forse anche troppa, carne viene messa sul fuoco. Del resto creare un mondo immaginario e coerente è impresa alquanto complessa, inserirvi dei personaggi ancor di più, perché ognuno di essi deve avere un peso specifico, caratterialmente e non solo, per non correre il rischio di ridursi a banale figurina.

In questi luoghi sull'orlo di una nuova guerra tra il bene e il male da cui dipenderà il destino dell'intera umanità, si "allenano" dunque quelli che rappresenteranno l'una o l'altra delle due fazioni. Tra questi il giovane Corban, che desidera solo essere un guerriero; Evnis, il figlio cadetto di un nobile, oscurato dal fratello maggiore, che cerca il potere alleandosi con esseri infernali; Veradis, uno spadaccino, incompreso dal padre, che arriva a Tenebral per farsi le ossa come scudiero del principe Nathair, il quale, esempio perfetto di ciò che dovrebbe essere un re, è animato però da mire che lo perderanno. Intorno a loro si muovono decine di interessanti figure: re, scudieri, maghi, campioni, guaritrici, soldati, mercenari e creature misteriose.

Confesso che ho molto faticato, impiegando parecchio tempo, a leggere la prima metà del libro, ma poi ho letteralmente divorato la seconda parte, avvinto da una frenesia che solo l'immedesimazione totale nell'atmosfera di una storia e dei suoi personaggi sa creare. In conclusione, non mi resta che consigliare la lettura di questo primo volume di una saga che, a mio avviso, ha le giuste potenzialità per ottenere un grosso successo anche sul piccolo schermo.


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