
Siamo nel nostro consueto villaggio africano,quello che negli ultimi tempi abbiamo un po’ trascurato, perché attratti da altri “pifferai”.
E ci siamo, in quanto richiamati da mamma Rosa, un’anziana e saggia donna, che ha deciso di raccontarci quest’oggi una storia,all’aperto, fuori dalla sua capanna.
Una storia –dice lei- per sorridere un tantino.
Oggi è domenica- aggiunge l'anziana donna - è un giorno di festa. E bisogna essere allegri.
E noi allora, con piacere, accettiamo e ascoltiamo.
Tanti e tanti anni fa – comincia la narrazione – al villaggio venivano spesso in visita dei missionari.
Uomini bianchi, stranieri, con lunghe barbe e abbigliati con particolari tuniche, che si fermavano quasi sempre a scambiare parole con i vecchi e i bambini e offrivano loro quelle che essi chiamavano caramelle.
Mama Rosa questo lo ricorda molto bene .
Infatti, da bimba curiosa qual’era, sbirciava ogni loro mossa o spostamento. E ,quando non portava al pascolo la mucca di famiglia, le riusciva anche di poter assistere a qualche cerimonia come i battesimi collettivi degli adulti, nella radura , sotto la tettoia di canne e frasche, che fungeva da chiesa improvvisata.
Giorno dopo giorno, Rosa, per avere ascoltato attentamente e messo tutto a memoria, impara anche le parole della formula che il missionario ripeteva quando versava l’acqua del battesimo sul capo di uomini, donne e bambini.
E, siccome si diceva che quell’acqua donasse la vita eterna e scongiurasse di certo la morte, Rosa pensa bene di poter salvare il suo gallo malato, facendo alla stessa maniera dei missionari.
E, in effetti, così fa.
Ella desidera, in cuore, una sola cosa e cioè sorprendere e stupire la sua mamma
Si procura il necessario (non era molto quello che le occorreva) e dà inizio anche lei alla cerimonia del battesimo.
Anche se, a dirla tutta e vera, il gallo di essere battezzato da Rosa non ne vuole proprio sapere.
Ma lei lo afferra rapida e procede con prepotenza.
E’ bello-dice la bambina Rosa a se stessa- fare come i grandi.
Ma ,santa innocenza dei bimbi, qualche giorno dopo il rituale, il gallo, che era già molto malato di suo, muore senza scampo.
Delusa e sconfitta, Rosa, che non è riuscita nel suo intento, quello di salvare il suo gallo, non presta più attenzione alle azioni dei missionari quando arrivano al villaggio.
E, solo molto più tardi, sua madre, con santa pazienza ,riuscirà a farle capire che galli e battesimi sono fortemente in conflitto tra loro.
Anche se, in Occidente,terre lontanissime, si racconta che un “certo” Francesco, un tempo, benedicesse il lupo e lo chiamasse “fratello”.
E che la vita eterna di cui parlano i missionari è tutt’altra cosa che la sopravvivenza di uno stupido gallo malato.
Un gallo, che puoi sempre rimpiazzare, andandone a ricomprare un altro, con un po’ di soldini (se ne hai) o con una forma di baratto, al mercato locale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

