il fiore di Aldo.
Lo attesi in un raccoglimento severo, allontanando con energia ogni assalto di pessimismo, moltiplicando i preparativi minuziosi, consapevole e commossa della dignità che rivestivo in quell’ora suprema. Quando, alla luce incerta di un’alba piovosa d’aprile, posi per la prima volta le labbra sulla testina di mio figlio, mi parve che la vita per la prima volta assumesse ai miei occhi un aspetto celestiale, che la bontà entrasse in me, che io divenissi un atomo dell’infinito, un atomo felice, incapace di pensare e di parlare, sciolto dal passato e dall’avvenire, abbandonato nel mistero radioso. Due lacrime mi si fermarono nelle pupille. Io stringevo fra le braccia la mia creatura, viva, viva, viva! Era il mio sangue in essa, e il mio spirito. Ella era tutta me stessa, di già, e pur mi esigeva tutta, ancora e per sempre.
INDOVINA L’INDOVINELLO:
CHI E’ L’AUTORE?
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PER SCHERZO
Le mie poesie stanno
davanti alla tua porta,
bussano e s’inchinano:
mi apri?
Le mie poesie hanno
un suono di seta
come il fruscio del tuo vestito
sulle scalinate.
Le mie poesie portano
un dolce profumo
come nell’aiuola tua preferita
il giacinto.
Le mie poesie son vestite
di un rosso cupo,
che come il tuo vestito di seta
fruscia ed arde.
Le mie più belle poesie
assomigliano del tutto a te.
Stanno davanti alla porta e s’inchinano:
mi apri?
-Hermann Hesse-
Cleo medita.
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