È capitato spesso che il tempo trascorso insieme ai miei figli non fosse esattamente tanto quanto avrei voluto. Quando lavoravo ad esempio, vedevo BigV una sola ora al giorno (se andava bene) mentre con AcciugaC il tempo raddoppiava grazie alla pausa pranzo, momento nella quale ognuno di noi due era tutto per l'altro.
In quel periodo si era sicuramente rafforzata la qualità del tempo trascorso insieme ma nonostante tutto e nonostante il mio impegno, sembrava essere sempre troppo poco avendo come l'impressione che volasse più in fretta di quanto avrei avuto lasciando tante e troppe cose in sospeso che, al rientro serale, dovevo rimandare perché ero troppo stanca per riprendere li da dove avevamo lasciato come se in realtà non ci avesse separato un'altra abbondante mezza giornata.
Passavo con il più grande ogni minuto libero soprattutto perché BigV al mio rientro per il pranzo già dormiva da almeno un ora e, nel suo essere così penalizzante, il mio lavoro mi ha comunque consentito di gestire il mio tempo fortificando notevolmente il mio rapporto con mio figlio. In quei momenti non esisteva telefono, non esisteva computer, non esisteva nulla che non fossimo io e lui per potermi dedicare con tutte le forze rimaste a quello che doveva essere far capire al mio bambino che nonostante fossi fuori di casa per 13 ore al giorno, la mamma c'era.... sempre.
Tuttavia non è stata una passeggiata. Far capire al proprio bambino il perché la mamma si debba assentare così tanto e sentirsi dire quasi in ogni occasione: " mamma io ti chiamavo ma tu non c'eri... " ammetto che non fu proprio una boccata d'aria fresca ma impegnarmi per rendere ogni minuto magico era quello che di meglio potevo fare per lui e per noi.
Tutto, ma proprio tutto, aveva iniziato a prendere un sapore diverso: dal " ho mangiato tutto" al " mi dai la banana", dal " mamma guarda" al " mamma giochiamo insieme"... Persino buttarsi sul pavimento per fare la lotta nel primo trimestre di gravidanza dopo tre ore di viaggi casa lavoro e altre 10 di negozio sulle spalle era diventata una passeggiata oltre che una sfida per me stessa. Ma come potevo dire di no al mio bambino? Come potevo dire di no a me stessa? Come potevo dire di no a noi?
Per questo tante piccole routine quotidiane nonostante la ripetitività hanno iniziato ad essere speciali giorno dopo giorno. Piccoli "vizietti" che hanno migliorato il nostro tempo e il nostro modo di stare insieme con poco.
Vizi che in realtà c'erano già prima del mio rientro al lavoro ma che sono diventati parte integrante di un nostro rito solo per il piacere di passare insieme qualche minuto in più usando la nostra immaginazione e mangiucchiando qualcosa di buono. E quando parlo di mangiucchiare intendo ovviamente per mio figlio perché io, in quei momenti, facevo di quel piccolo che buco dello stomaco che rimaneva nei post pasti, una vera e propria caverna di risorsa alla dolcezza.
Ogni giorno infatti, abbiamo preso l'abitudine di aprire insieme, dopo ogni pasto e dopo aver mangiato tutto, un favoloso ovetto Kinder.
Da mamma che un tempo era bambina ho ancora molto nitidi i ricordi di quanto questo semplice gesto abbia segnato in modo meraviglioso la mia infanzia. Per me Kinder Sorpresa era l'inizio di una nuova settimana, era il lunedì dove la mia mamma non lavorava e nell'accompagnarmi a scuola si fermava a compramene sempre (almeno) uno per la merenda di metà mattina, era la gioia di collezionare le decine di raccolte di personaggi da scambiare con i compagni, era la sorpresa di trovare sempre qualcosa di nuovo, era il sapore di quel cioccolato inconfondibile che mangiavo con tanto gusto.
E come non desiderare di tramandare le stesse emozioni e sensazioni a quello che ora è uno dei pezzi più importanti del mio cuore?
Così ogni giorno abbiamo iniziato a scartarne uno: mezzo ovetto a lui e mezzo ovetto a me imboccandoci l'un l'altro e facendo le smorfie con i denti sporchi di cioccolato. Ma la parte più bella ha iniziato ad arrivare prima del "mangiume di dolcezza".
La sorpresa infatti è quella che da trent'anni mi ha sempre affascinato. Sentirmi chiedere " mamma come si monta?" " mamma mi fai vedere che cos'è?" e dopo tutto questo inventarsi giochi nuovi e diversi con quei piccoli giochini che di speciale hanno principalmente la magica unione che creano tra genitore e figlio.
E siccome un pò perché non amo che i miei figli esagerino con il cioccolato (nonostante sia IL cioccolato) e un pò perché queste sorprese nonostante bellissime siano adatte ai bimbi al di sopra dei tre anni, per coinvolgere BigV in tutto questo abbiamo dovuto inventarci un ulteriore stratagemma.
Kinder Sorpresa infatti non lo si trova solo sotto forma di cioccolato ma anche di "ovetto virtuale".
Quando insieme a Cesare coinvolgiamo anche il fratellino non facciamo nient'altro che andare sul sito si Kinder Sorpresa e far si che sia la sorte a scegliere il nostro gioco proprio come quando a pranzo con trepidazione apriamo un ovetto di cioccolato. Ed è così che insieme scopriamo nuovi giochi con la quale stare insieme e divertirci cercando di coinvolgere il più possibile anche il fratellino piccolo magari adattando il passatempo alle sue capacità.
Con alcuni di questi (per non dire tutti) ho riscoperto il mondo della mia infanzia, ho rispolverato nei ricordi cosa voleva dire giocare e godersi il tempo con mamma e papà.
Ho ritrovato molte idee e passatempi che avevo lasciato nel mio cassetto delle memorie di bambina, e riscoprirli anche adeguandoli ai miei bambini è stato un modo per me, oltre che per trascorrere insieme del tempo produttivo, anche per imparare a conoscere meglio i miei figli, per farli intendere meglio tra loro ma, soprattutto, per insegnargli dei valori importanti nello stare insieme e nell'apprendere cose nuove perché, per quanto "giochi", si sono rivelati sempre molto istruttivi sotto parecchi profili.
Con la scusa di trovare uno spunto in più per me e i miei bambini, mi sono anche ritagliata del tempo per guardare ogni lato di questo sito di grande ispirazione per grandi e piccini e tra le tante cose da scaricare e lette, c'è stata una frase che mi ha particolarmente colpito:
"Giocare insieme ai nostri figli è investire il nostro tempo nella loro crescita e nel loro benessere." Professoressa Maria Rita Parsi
E da queste parole si ha la facoltà di comprendere come basti davvero poco per poter insegnare qualcosa ai nostri figli dedicandogli il tempo che meritano ma soprattutto, è importante cogliere, dopo averlo fatto, quanto in quei minuti o in quelle ore in realtà siano stati loro a donare qualcosa a noi.
Kinder Sorpresa, oltre che sul nuovo sito, aspetta grandi e piccini all'ultimo appuntamento dedicato con eventi e laboratori nei Musei dei bambini d'Italia il prossimo 17/03/2016 nelle città di Milano, Roma e Napoli.#giochiamoinsieme #kindersorpresa
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