Mamma ho perso il palazzo

«Mi sono perso, non trovavo il palazzo», spiega imbarazzato il senatore Vito Crimi, capogruppo Cinque Stelle al Senato, per motivare il clamoroso ritardo e l’assenza alla Giunta convocata per pronunciarsi sull’ineleggibilità di Berlusconi. L’ennesimo miracolo di Silvio da Arcore, commenteranno alcuni; distrazione imperdonabile, penseranno altri. Sia come sia, la disavventura capitata al senatore grillino insegna qualcosa a tutti noi.

Anzitutto c’insegna – anzi ci ricorda, dato che la lezione dovrebbe essere già nota a tutti – che a volte uno sbaglio può capitare. Studi un piano perfetto, ci dedichi tempo ed energie e poi, all’ultimo, qualcosa va storto. Una sciocchezza magari, nel caso di Crimi il non trovare il luogo di una riunione, ma sufficiente a vanificare settimane o mesi di sforzo. Fa parte della vita, anche di quella parlamentare, e non c’è da meravigliarsi.

Il secondo insegnamento riguarda l’umanità della politica. Fieramente e convintamente distante, sul piano politico, dal Movimento Cinque Stelle, esprimo però solidarietà al senatore grillino. Possiamo chiedere, anzi dobbiamo esigere da quanti rivestono ruoli di rilievo all’interno delle Istituzioni professionalità e competenza, ma non possiamo immaginare politici supereroi. Dunque anche un politico che non trova «il palazzo», a suo modo, “serve”: ci fa ritrovare quell’umanità che i tecnici, con la loro aria fredda e cattedratica, tenevano ibernata.

Ma la lezione più rilevante dell’odissea di Crimi riguarda l’inutilità del conflitto. Il suo ritardo alla Giunta per le elezioni, com’è noto, ha fatto notizia, più che come ritardo, come assenza all’appuntamento del secolo: votare l’ineleggibilità del Nemico. In questo senso il suo essere «perso» è iniziato molto prima di ieri perché quando – nella vita come in politica – si antepone la scontro al confronto si ha già perso in partenza. Viceversa, chi cerca il confronto e magari non esclude l’incontro, può stare tranquillo: arriverà sempre in orario. Perché di rispetto ed educazione oggi c’è grande bisogno. A tutte le ore.