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Mamma ho perso l'inconsapevolezza - la paura

Creato il 22 maggio 2015 da Connie

Mamma ho perso l'inconsapevolezza - la paura

immagine tratta dal libro "un fratellino per Nina"


Ed ecco che cominciò l'età della paura. Prima la Nina era tutta una risata e tutta una sicurezza, una spericolata matta che girava per casa accendendo luci, chiudendo porte senza porsi confini od ostacoli, poi così, dal niente, sono cominciate le paure. Mi trovo arresa a vederla con gli occhi sbarrati che chiede di salire in braccio perché qualcosa l'ha spaventata e mi frustra da morire passare le nottate cercando di tranquillizzarla per le sue paure. Dopo la terza notte passata a sentirla ripetere ossessivamente il suo mantra Nondeviaverepaura ho preso la situazione in mano e ho consultato un esperto: Google.
A parte le mie solite cagate, ho trovato molte informazioni interessanti in merito e alcune anche nelle pagine informative di cliniche ed ospedali pediatrici come il Bambin Gesù e tutte più o meno dicono la stessa cosa e cioè che verso i due anni cominciano le paure, quelle vere, quelle della consapevolezza e di quello che non si può controllare o conoscere per bene: il buio, l'abbandono, le figure grottesche, i rumori forti o anche i racconti degli adulti.
Coi bambini mi sto rendendo conto che è un po' così, è tutto una gioia e una scoperta, tutto un divenire felice per il 90% ma c'è quel dieci per cento che rappresenta il crescere nei suoi aspetti più cupi, se parlassi di un adulto lo chiamerei invecchiare. Sì perché nel mondo protetto della casa, fatto solo di colori e suoni e parole dolci dove il bambino di trova in una specie di inconsapevole stato di beatitudine, piano piano si insinua il mondo esterno con "gli altri" con le immagini e con le paure che non si controllano più. Vuol dire crescere e prendere coscienza anche del pericolo e della propria solitudine di essere umani e se ci si pensa bene questo tipo di ragionamento ridotto ai minimi termini e nella maniera più primitiva è quello che scatta in un bambino che ha paura tipo del più classico buio. 
Comunque vi faccio un piccolo riassunto delle regole che ho estrapolato dalle mie varie letture sul comportamento da tenere coi bambini e le loro prime paure:
NON MINIMIZZARE
Se ci pensate bene una delle cose che ci fa più incazzare anche da adulti è raccontare a qualcuno una nostra angoscia e sentirla minimizzata o ridotta ad un "e che vuoi che sia??". Funziona così anche per i bambini, né più né meno. Per loro è una situazione di ansia e glissare o cercare di ridimensionare magari anche col sarcasmo non serve. 
NON DERIDEREOvviamente un bambino di due anni non può certo avere paura di cose complesse o troppo articolate e quindi vi potrete trovare nel cuore della notte a consolare un bambino che ha paura dell'aspirapolvere o del tagliaerba o della barba del vicino ecc. Lo so, prenderli per il culo è la cosa che viene più naturale perché sono effettivamente buffi quando tirano fuori le paure più assurde ma non si deve fare. Anzi, devono vedere comprensione e serietà.
SPIEGARESpiegare tutto, spiegare che il buio non è che l'assenza di luce e che nella stanza non si annidano predoni quando si spegne l'interruttore; bisogna spiegare anche le cose più semplici e stupide, come funziona una cosa che fa rumore, perché il vicino ha la barba ecc.
TRANQUILLIZZARE E DISTRARREIl babbo è qui la mamma è qui, il cane è qui ecc, ripetuto con calma, unito ad un repentino cambio di argomento. Hanno la soglia di attenzione di 10 secondi quindi si possono distrarre facilmente.
NON FAR PERCEPIRE LE PAURE DEI GRANDI In questa fase i bambini sono ipersensibili al termine paura; se vi sentono dire: "prendo l'ombrello perché ho paura che domani piova" rielaboreranno questa cosa a modo loro. Quindi in questa fase è importante stare attenti al vocabolario e farsi vedere tipo supereroe spacca tutto.Non fate come me che ho dato di matto con la Nina in braccio per due calabroni entrati in casa.
Oh, avevo paura e la mia mamma non c'era...

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