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Mamma o lavoratrice?

Creato il 09 marzo 2012 da Bimbiuniverselaura @laurazampella
Sono cresciuta con l'idea che quando si decide di mettere al mondo un figlio poi lo si deve seguire e per seguire intendo prendersi cura della sua crescita e della sua educazione e non demandarla ad altri strutture (nidi) o persone (nonni o baby sitter) che siano.
Cosi, quando mi sono trovata nella condizione di dover rientrare nel mondo del lavoro, ho fatto delle precise richieste alla mia azienda.
La prima risposta che ho ricevuto non è stata proprio quella che avrei voluto sentire, visto che mi è stato detto no a tutto....senza lasciarmi nessun margine di manovra....
E quando ho ricevuto questa lieta novella? Il giorno prima di partire per le vacanze estive.
Cosa potevo fare? Niente se non partire con un "macigno" nello stomaco!
Che prospettive avevo per poter stare con mia figlia? Nessuna se non quella di licenziarmi...
Chi mi legge sa che la Pupa,  sin da quando è nata, ha avuto qualche problema di crescita, che ha fatto si che il nostro pediatra richiedesse degli esami per avere dei numeri a supporto di quello che lui ha sempre pensato: il modo di cresce della Pupa è un modo tutto suo che non rientra in nessun percentile...
Facciamo gli esami e i valori sono tutti sballati...panico!
Il pediatra sentenzia: "...dobbiamo andare a fondo e capire il perchè, quindi signora si metta il cuore in pace e inizi a fare tutti i controlli che le prescrivo..."
Il momento del rientro lavorativo nel frattempo si era avvicinato e quindi la mia domanda è stata: "si ma come faccio a fare i controlli che lei mi prescrive, a togliere il seno a mia figlia (che in quel preciso momento della sua vita era ancora la sua fonte principale di nutrimento) e nello stesso tempo riprendere a lavorare?".
Risposta:  "lei non può riprendere adesso, deve prima pensare a sua figlia"
Questa "sua giustificazione" mi ha permesso di prendere del tempo, tempo che mi è stato utile in tutti i sensi perchè:
  1. mi ha permesso di stare di più con mia figlia
  2. di fare tutti i controlli del caso (che fortunatamente non hanno riscontrato niente di grave se non alcune intolleranze alimentari che causavano un rallentamento della crescita)
  3. di documentarmi un pò di più e scoprire che c'è una legge che tutela le mamme con figli che hanno meno di 3 anni alle quali le aziende sono obbligate a concedere il part time se alcune condizioni all'interno dell'azineda non sono ancora state soddisfatte
E così , con il grosso supporto dei miei genitori e un orario di lavoro un pò più accettabile, mi sto barcamenando per cercare di fare tutto.
Il problema però si riproporrà tra un pò quando la Pupa compirà 3 anni e io dovrò andare a "rinegoziare" la mia situazione...

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