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Mamma, papà dov'è nonno?

Da Mcc
Spesso uno dei discorsi che non vorremmo mai affrontare con i nostri figli è quello legato alla morte.
I bambini ne hanno una visione "tutta loro" legata fino ai sei anni alla tristezza e al senso di angoscia, solo dopi questa fase comincia addirittura ad essere associata a qualcosa di mostruoso.
Dopo i sei anni infatti spesso i bambini la temono a tal punto che spesso ci chiedono " se faccio, tocco questo...posso morire?", "non ho lavato le mani, e avevo toccato il gatto, prima di mangiare... se è velenoso, posso morire???"
Questo perchè in questa fase questa è la loro personale interpretazione sulla morte. Quando però il bambino si ritrova ad affrontare la perdita di una persona casa viene assalito dalla paura di non conoscere la morte e come essa agisca.
L'esperienza più frequente è quella legata alla perdita di un nonno, ad esempio.
Vediamo come ha reagito papà Carlo:
"Quando è morto mio padre non l'ho detto a mio figlio. Ho pianto da solo, non gli ho spiegato del funerale, non gli ho spiegato nulla.
Con il passare dei giorni però il bambino ha cominciato a chiedermi come mai il nonno non ci raggiungeva più alla sera, come mai non veniva più a trovarlo, perchè durante la settimana non lo aveva mai portato al parco. Era troppo piccolo per spiegargli la cosa...ma forse ho sbagliato!"
Soprattutto quando si tratta di persone con cui i bambini trascorrono molto tempo insieme è invece opportuno dare loro una spiegazione, permettere loro di poter elaborare e affrontare il lutto. Diversamente rimarrebbe un forte dubbio e il bambino non riuscirebbe a spiegarsi perchè, d'un tratto, quella persona non "gli vuole più bene" perchè è questo l'unico modo per interpretare l'assenza, il distacco, la fine di una routine con una persona che non viene più a trovarci.
Dobbiamo allora essere in grado di agevolare in loro la comprensione dell'evento in se affinchè possano superarlo.
Agevoliamo l'esplicitazione delle proprie sensazioni e del proprio "malessere", favoriamo il racconto e lo sfogo. Agevoliamo il tutto spiegando le fasi della vita senza eccessive catastrofizzazioni.
Prendiamo magari spunto da un album fotografico e raccontiamo dei nostri nonni, di come li abbiamo persi, di quante persone in quell'album ormai non ci sono più, di come i piccini sono cresciuti, di come i grandi sono invecchiati oggi.
Questo potrebbe essere un buon modo per chiarire loro le fasi della vita e rendere meno incomprensibile il concetto stesso.
E'chiaro che sarà un pò più difficile poter speigare come mai muoiono anche i giovani senza traumatizzarli con questa affermazione, ma sicuramente, una volta affrontato il tema generale, riusciremo a rispondere alle loro domande specifiche successive e ad incrementare la conoscenza su un tema non certo facile da affrontare con i bambini.
In questo modo potremmo anche elaborare insieme il lutto e questo trauma potrebbe unirci ancora di più attraverso la condivisione.
I bambini possono capire tutto, dipende da quanto noi vogliamo impegnarci in questo.
Con questo post
Mamma, papà dov'è nonno?
Buona serata

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