E' dura quando vedi negli occhi di tua figlia la voglia di non perdersi qualcosa a cui tiene, di omologarsi a ciò che lei ritiene 'normale', con la speranza e un desiderio vivo nello sguardo.
E doverle spiegare che ciò che lei ritiene normale, e che probabilmente per altri è normale, non lo è per tutti, specialmente per chi non se lo può permettere.
Dover dire a tua figlia che non si può avere tutto ma bisogna fare delle scelte, anche se a volte non soddisfano nè me, nè loro. Che anche la mamma non ha avuto tante di quelle cose e di quei momenti che lei desidererebbe come importanti nella sua crescita, ma che è diventata grande lo stesso e con il senso del valore forse più spiccato di altri.
Sentirle chiedere continuamente 'perchè' non le fai fare una determinata cosa che le sue compagne fanno, poter capire come si sente diversa, meno privilegiata e il senso di ingiustizia che la invade, non sapendo dove indirizzarlo, lo punta direttamente su di me.
Spiegarle che con un figlio solo sicuramente le possibilità di dar ciò che vuole sono maggiori, ma che con tre figlie (e una mamma che non lavora) tante cose diventano un lusso. Ma l'amore che tre bimbe danno non ha confronto e una cosa che sicuramente non mancherà mai loro e il mio amore, visto che è infinito.
E l'amore è la cosa più importante per crescere bene.
L'ho lasciata sfogare nei suoi pianti e nei suoi "sei cattiva, non è giusto", chiusa in camera, mentre tra me e me mi chiedevo se realmente le scelte che faccio siano oculate o trascuro qualcosa che non vedo.
Poco dopo è uscita ed è venuta da me, asciugandosi le lacrime, sorridente.
Non ho voluto approfondire al momento e siamo andate avanti con la giornata.
Non passa nemmeno mezz'ora che Canterina me ne fa una delle sue.
Non racconto cosa perchè so per certo che non gradirebbe, ma mi ha fatto imbestialire non poco.
Mi chiama e mi vuole comunicare di aver quasi concluso una cosa che le chiedevo di finire da una vita.
Non le faccio nemmeno terminare la frase e le dico:
"Canterina... mica avrai fatto questo e quest'altro ???"
Spiazzata visibilmente dal sesto senso materno accenna ad un sì, mentre si chiede come io abbia potutto capire la malefatta che le sembrava una non-comune risoluzione strategica e infallibile del suo problema.
Possibile che la mamma sappia veramente tutto?
Che capisca solo guardando negli occhi?
O che le antenne invisibile le ha davvero?
Risultato:
"Canterina, stasera tu non ceni" le dico pacifica, sfornando una punizione inerente alla malefatta che la possa portare a comprendere lo sbaglio commesso e il suo valore.
A ora di cena preparo e metto in tavola solo per tre, continuando a pensare come poter risolvere in modo positivo la questione e farla mangiare, ma senza contraddirmi.
"Mamma, se vuoi saperlo io sono di là che mangio la carta..." mi dice Canterina mentre mastica un pezzo di foglio per farmi impietosire.
Io non faccio neanche una piega, anche se in realtà mi viene da ridere.
Abbiamo l'abitudine di dire una preghierina di ringraziamento prima di iniziare a mangiare o scelta su un dado gigante o una canzoncina o inventata al momento.
Ebbene sì, anche questo è sempre motivo di discussione tra sorelle...
Sto servendo Babet e Nanà, quando entra in cucina Canterina, già in pigiama, lavata, pronta per andare a letto.
Si ferma sulla porta, fa il segno della croce e dice:
"Grazie Gesù per il cibo che stanno mangiando LORO e che la mamma ha cucinato con tanto amore per LORO e non farmi più fare quello sbaglio..."
E' stata geniale!
Non ce l'ho fatta. Ho cominciato a ridere e sono andata a recuperarla per portarla a tavola con noi.
"Cosa c'è??" mi chiede snghiozzando.
"Vieni a mangiare, amore? Mi sei piaciuta troppo..."
Più tardi, a letto, Canterina mi dice:
"Mamma, hai visto che oggi dopo che ho pianto, perchè prima ho pianto e mi sono arrabbiata, però dopo ho smesso di piangere, anche se sono venuta di là che ancora un po' piangevo, cioè in camera piangevo tanto però..."
"Canterina! Sintesi!"
"Occhei. Volevo dire se hai visto che quando sono venuta di là ho smesso di piangere, mi sono asciugata le lacrime e mi è subito venuto il sorriso??"
"E' vero, amore."
"Mamma, sto diventando grande."
"E tu hai visto che quando hai combinato il pasticcio non ho urlato neanche per un secondo e nemmeno dopo?"
"E' vero, mamma!"
"... Anch'io sto diventando grande."
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