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Mamme

Creato il 15 gennaio 2015 da Malvino
Bergo’, io non conosco tua madre, quindi non posso parlarne, né male, né bene. Certo, una mezza idea ce l’ho – me la son fatta proprio oggi, sai?, e grazie a te, grazie a quella sparata da gradasso di suburra – però, ripeto, non la conosco e sospendo il giudizio. Mettiamo caso, tuttavia, la conoscessi, avessi prova certa che da giovane ne abbia combinate d’ogni genere e che oggi sia una vecchiaccia petulante e ipocrita, un decrepito bagascione che si dà arie da gran signora, una pazza fottuta che vaneggia senza posa per giunta pretendendo ossequio, pensi che dirtelo in faccia sarebbe farti offesa? Sì, capisco, la mamma è sempre la mamma, e poi tu vieni da uno di quei paesi dove la mamma, prima di essere la mamma, è un’istituzione, un feticcio che concentra in sé ben altro, capisco che la sentiresti come offesa e, almeno per quanto mi riguarda, sta’ sereno, io non aprirei bocca. Tutt’è a intenderci, però, su un punto che a mio modesto avviso è essenziale. Se tu una mammina così te la tieni chiusa in casa, nulla quaestio. Se però la porti in giro, e la esibisci con orgoglio pretendendo che tutti la considerino la migliore donna al mondo, e quando apre bocca vuoi che tutti stiano a sentirla come fosse la quintessenza della saggezza, beh, fattelo dire, fanculo a te e a tua madre: mi prendo la libertà di dire che lei è quello che è e che tu sei suo degno figlio. Oh, sia chiaro, metto in conto che tu mi possa tirare il cazzotto che minacciavi oggi a chiunque ti sfiori mamma, ma tu metti in conto il fatto che io mi possa difendere e romperti il culo. Poi ci sarebbe un’altra questione, collaterale ma strettamente conseguente. Ad avere una mamma impresentabile potresti non essere da solo. Qualcuno come te, convinto che la sua sia la migliore mamma al mondo, potrebbe ritenere che tenerla chiusa in casa sia proprio un peccato, che sia giusto portarla in giro, sotto braccio, dicendo a tutti: «Questa è la mia mamma, donna eccezionale, pozzo di sapienza e vetta di bontà. Fatele l’inchino, offritele dei fiori, ditele che è bella, buona e tanto, tanto, tanto intelligente». Capisci bene dove sorga il conflitto, no? A consentire questo a figli come voi, si sprecherebbero le occasioni di fare a pugni, e a passare dai pugni al coltello quanto ci vuole? E dal coltello alla pistola? Ovviamente si allegorizza, Bergo’, d’altronde quando dicevi «mamma» intendevi dire «credo», no? Bene, allora si dà il caso che su tua madre io non possa dire nulla, ma sul tuo credo sì, e anche su quello dei terroristi che hanno fatto fuori la redazione di Charlie Hebdo, ai quali oggi hai offerto una ragione di legittimo risentimento. Oh, sì, hai detto che uccidere per difendere l’onore della propria mamma non è bello, non si fa, ma occorre fare proprio a te la lezioncina sulla natura della violenza, cazzotto o pallottola che sia? Credi davvero si possa far tutta questa differenza – torno all’allegoria – tra quella gran zoccola di tua madre e quella degli islamisti? Hai fatto cenno a quando era giovane: «Pensiamo alla nostra storia – hai detto – quante guerre di religione abbiamo avuto! Pensiamo alla notte di San Bartolomeo! Anche noi siamo stati peccatori su questo, ma non si può uccidere in nome di Dio, questa è una aberrazione». Uccidere no, dunque, o almeno non più, però cazzotti sì. E, di grazia, a cosa equivarrebbero i cazzotti a chi fa satira mettendo a nudo le vostre mamme?

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