-Ciao Irene, ho trovato l’episodio da descrivere. Però mi chiedevo più o meno quanto deve essere lungo? Tipo sms o Divina Commedia? Faccio ‘na via di mezzo?
-Due cartelle, circa 5000 battute.
-“……..”
-Cioè due pagine scritte in Times New Roman, grandezza carattere 14
-Grazie per aver precisato, sinceramente non avevo capito una mazza. Sai io scrivo tutto prima a mano…
-Ma davvero o scherzi?
Ecco come è iniziato uno dei miei tanti dialoghi virtuali con Irene Vella, giornalista e scrittrice, dopo che mi ha proposto di scrivere un pezzo per il suo nuovo libro “Nati sotto il segno del cavolo“, in uscita ad ottobre in Italia.
Cioè una scrittrice ha scelto ME per partecipare al suo nuovo libro!!!! Passato lo stupore e l’euforia iniziale mi sono chiesta: perché mai ha scelto me? <Ho letto il tuo blog, trovo piacevole il tuo modo di scrivere ironico, sarcastico e non stucchevole (parole sue eh, ho le prove!). E poi mi sono innamorata del soprannome Merdolo!>, <Se avessi soprannominato tuo figlio putipù non ti avrei mai scelto per la collaborazione>. E così Merdolo, l’ottavo nano, il mio bambino dal sorriso che gli illumina il viso, dalla camminata buffa, dalle mani tozze, dall’aria sognante e dallo sguardo intenso finisce in un libro, in compagnia di due bambini più grandi che già godono di una certa notorietà sul web.
Editorialmente inesperta per questo progetto ho riportato nero su bianco un’avventura inedita mia e del nano, diventando così una contributors a tutti gli effetti. Ma mica è stato facile! Ho tampinato la povera Irene con email piene di dubbi, domande e paure del tipo:- ho riletto mille volte il pezzo ormai lo so a memoria e non vedo più gli errori- Tranquilla tanto poi si fa l’editing. -L’edi-che?- L’editor legge il libro e controlla errori, sintassi, punteggiatura.- Oh cazzo mi ucciderà. Ora il libro è in uscita, l’editor non si è suicidato né mi ha insultato e di ciò sono molto felice (ciao editor!).
IL LIBRO
LE AUTRICI
Giornalista, scrittrice e mamma di Donatella e Gabriele. Collabora con importanti testate nazionali come Vanity Fair, Donna Moderna e Grazia, inviata per Cristina Parodi aspetta l’occasione giusta per tornare in televisione. Il suo ultimo libro Credevo fosse un’amica e invece era una stronza, 10 modi per sopravvivere alle stronzamiche (Laurana Editore, 2013) ha ottenuto un clamoroso successo.
Architetto e consulente per gallerie d’arte, mamma. Fa l’interior designer, ama scrivere ed è alla sua prima opera. Viaggia per il mondo per lavoro più di Moira Orfei, ma per fortuna Biscotto non glielo fa pesare. Trapiantata al nord dal sud vive tra le colline piemontesi. Ha un figlio, Alessandro, un cane e forse, prima o poi ,anche un marito. (Non sono autorizzata a divulgare il suo numero di telefono, chi volesse candidarsi come pretendente dovrà inviare il proprio curriculum vitae alla madre di Roberta che lo passerà in attenta rassegna).
Ho avuto la possibilità di leggere il libro “Nati sotto il segno del cavolo” in anteprima ho riso, mi sono commossa e mi sono rivista in alcune situazioni (per fortuna il mio ancora non parla!). In conclusione, dopo attenta e ponderata riflessione, posso affermare di essere orgogliosa, orgogliosa di essere la mamma di un bimbomerda che amo alla follia, perfetto così com’è.
Ci vediamo in libreria!
Irene Vella e Roberta Giovinazzo.
Novecento Editore. Prefazione: Cristina Parodi, Rita dalla Chiesa.
Copertina: Carmelo Kalashnikov.