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Man Haron Monis è il sequestratore di Sidney

Creato il 15 dicembre 2014 da Justnewsitpietro

Man Haron Monis è il sequestratore di Sidney
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Man Haron Monis (Fonte: smh.com.au)

Man Haron Monis (Fonte: smh.com.au)

Man Haron Monis è il quarantanovenne residente a Sidney che alle nove di ieri si è barricato dentro una caffetteria con una cinquantina di ostaggi, chiedendo di parlare con il Primo Ministro australiano Abbott e agli agenti intervenuti sul posto una bandiera dell’Isis.

L’uomo è già conosciuto alle forze dell’ordine per diversi reati che ha commesso negli ultimi anni: oltre ad aver stuprato numerose donne, ha inviato una lettera offensiva alla famiglia di un soldato australiano morto in Afghanistan e è sospettato di aver ucciso la sua ex moglie. Ora è libero su cauzione, ma mai si sarebbe pensato che avrebbe preso in ostaggio delle persone.

La caffetteria si trova nella Piazza Affari australiana, e a quanto detto, l’uomo avrebbe costretto alcuni ostaggi a telefonare alle emittenti televisive, annunciando loro di essere in possesso di quattro bombe.  Un testimone racconta che era uscito dal bar poco prima che Monis entrasse con indosso una sacca sportiva, urtandolo per sbaglio. Il sequestratore, voltatosi verso di lui, gli ha detto “Vuoi che spari anche a te?” per poi dirigersi all’interno. L’uomo, spaventato, se n’è andato dal posto, scoprendo poi quello che stava per fare.

Man Haron Monis è stato accusato di stupro durante i suoi servizi di guaritore, aiutato dalla magia nera che lui stesso affermava di praticare. Si è autoproclamato sceicco Haron, e in un sito divulgava l’odio verso i militare americani e australiani, pubblicando foto della distruzione che essi portavano in Afghanistan durante i bombardamenti.  Decine sono anche le lettere di offese inviate alle famiglie dei soldati morti in guerra, le cui denunce lo hanno costretto a trecento ore di lavori socialmente utili.

Rifugiato politico proveniente dall’Iran, non è chiaro se ha legami con lo Stato Islamico, anche se la religione mussulmana che professa e la richiesta di avere una bandiera del movimento durante il sequestro sono dei segnali che portano su questa strada.

Durante il blitz delle teste di cuoio, che hanno liberato gli ostaggi, sono stati esplosi vari colpi di pistola e durante la sparatoria il sequestratore è rimasto ucciso. Alcune fonti affermano che l’uomo era tenuto sotto controllo dai servizi segreti americani, ma non avevano scoperto nulla riguardo l’atto che ha compiuto ieri mattina, nel quale ha perso la vita.

di Alessandro Bovo

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