Attendevo Wes Anderson al varco. Con una mazza chiodata per fargli del male? Ma no! Dopo averlo visto alle prese con una serie di film quasi sempre buoni (no, Steve Zissou no), ma sempre in qualche modo fermi a un passo dall’eccellenza, aspettavo che facesse il suo vero capolavoro personale e ora, con Moonrise Kingdom, l’ha fatto. Wes Anderson ce l’ha fatta. È riuscito a infilare dentro una pellicola sola tutto il suo cinema, tutta la sua visione del mondo, tutto il suo umorismo talmente sottile e intellettuale da essere a volte ai limiti del comprensibile (e forse alle volte pure ai limiti dell’umorismo stesso), tutto il suo gusto retrò, tutta quella sua certa attitudine infantile, tutta la stralunatezza dei suoi personaggi, tutta la sua cura maniacale per inquadrature, costumi, musiche e scenografie. Moonrise Kingdom è un’opera formalmente perfetta, esteticamente magnifica, ma la cosa più importante è che sotto vi batte forte un cuoricino. Un film bello, e con l’anima. Wes Anderson ce l’ha fatta. E ora, cos’altro combinerà? C’è chi ha persino immaginato una sua personale rivisitazione di Star Wars. La Disney sarà d’accordo?
Vorrei vivere in un film di Wes Anderson,
vederti in rallenty quando scendi dal treno.
Coi personaggi dei film di Wes Anderson:
idiosincratici, più simpatici di me.
E i cattivi non sono cattivi davvero.
E i nemici non sono nemici davvero.
Ma anche i buoni non sono buoni davvero,
proprio come me e te.
Vorrei vivere in un film di Wes Anderson:
inquadrature simmetriche e poi partono i Kinks.
Vorrei l'amore dei film di Wes Anderson,
tutto tenerezza e finali agrodolci.
E i cattivi non sono cattivi davvero.
E i fratelli non sono nemici davvero.
Ma anche i buoni non sono buoni davvero,
proprio come me e te.