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Management del dolore post-operatorio 2

Creato il 24 luglio 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

Pubblicato da Il dormiglione il 24/07/2013 in Al cinema con...    

 

Management del dolore post-operatorio 2
Ciao Luca, ci si rincontra dopo l’intervista di qualche tempo fa, e lo facciamo nella meravigliosa, e caldissima Puglia, anche se qui a Ruvo non c’è il mare!

E si, infatti pensavamo ci fosse il mare, ma tanto quando andiamo a suonare non è che abbiamo tempo per il mare. Una volta abbiamo suonato quasi sull’acqua e poi ci siamo fatti il bagno tutti nudi, ma quelle sono altre storie.

Dunque, abbiamo analizzato praticamente quasi tutto “Auff”, per cui non mi resta che chiederti de “La pasticca blu”! Raccontaci tu questa canzone.

Una domanda libera, tipo la domanda a piacere! (ride) Stiamo lavorando al nuovo album che esce a fine novembre e volevamo sottolineare che stavamo lavorando su un altro progetto, oltre che fare concerti in giro per l’Italia. Per quanto riguarda”La pasticca blu“, come al solito abbiamo preso un simbolo e l’abbiamo svuotato del suo significato sessuale, ma l’abbiamo riempito di sentimenti, emozioni, di parole, di poesia. Abbiamo voluto sostituire il concetto di elevazione al concetto di erezione. Ci sono tanti modi per arraparsi, con la poesia, con la musica, o anche conoscendo persone al di fuori della normalità, come il poeta Paolo Maria Cristalli che ci ha sconvolto la vita, perchè è talmente tanto al di fuori della normalità da risultare meravigliosamente pericoloso, da essere emarginato dalla società, ma che non può fare a meno di sconvolgerti! La canzone è ovvio che non parli del viagra, come “Pornobisogno” parlava delle bassezze morali della politica. In definitiva “La pasticca blu” è un singoletto, leggero, estivo, per anticipare l’album che non so come si chiamerà, come sarà ecc…non ve lo posso proprio dire!

Quindi nessuna anticipazione puoi fare? Nemmeno a noi?

(ride)No, è che proprio non lo so nemmeno io! Non so nulla!

Non posso proprio evitare di chiederti cosa è successo a questo benedetto Primo Maggio, che tanto ha fatto scalpore. Ma che è successo?

Che è successo non lo so nemmeno io eh! (ride) Per dimostrare, e non parlo del mio gesto ma in generale della vita, l’esistenza di una libertà in un posto, in una situazione o in un rapporto, ci si deve spingere al massimo, per cercare la libertà. Devi fare tutte le cose possibili e immaginabili per scoprire cosa non puoi fare. In questo paese la libertà è molto poca, e a noi piace scommettere molto forte, non lasciare niente da parte, andare all in sempre. La censura del Primo maggio, la pubblicità che hanno mandato mentre stavamo suonando, la regia che dice “Mandiamo in nero”, la musica tolta, sono cose che ti fanno capire qual è la situazione di merda che viviamo. Siamo liberi o non siamo liberi? Qualcuno lo deve dimostrare. Se ci pensi, anche a livello ecclesiastico, tutti i più grandi santi, prima di avere la visione, erano nel massimo del buio e del peccato: la conversione di San Paolo, San Francesco che era uno a cui piaceva la bella vita. La luce arriva quando c’è il buio. Il piattume non serve a nessuno. Io penso che ci dovrebbero ringraziare (ride). Gioco, questa non la scrivere! (ride)

Te lo avevo già chiesto ma lo rifaccio per capire se qualcosa è cambiato: qual è il tuo rapporto con la religione e con Dio?

Il mio rapporto con la religione nemmeno lo ricordo se ce l’ho o no. Ma non ha nulla a che fare con la Chiesa, che è un’istituzione, e non mi va di parlarne. La religione è tutt’altro, la religione è rapporto, è questa conversazione che stiamo avendo, è linguaggio, tante volte è una folata di vento o un albero, tante volte odio pure la natura e brucerei tutto, tante volte sono vegetariano, tante volte mango di tutto e di più. Come vedi non ho una visione precisa. La fede è un qualcosa di intangibile che non cercherei mai in una Chiesa o in nessun altro luogo. C’era un passaggio di Pirandello in cui diceva che essendo Dio troppo grande per l’uomo, e l’uomo di conseguenza troppo banale e non potendolo capire, lo prende e lo rinchiude in un posto, come si fa con i morti nelle bare. In realtà è da tutte la parti meno che lì! Il concetto più importante a livello religioso rimane il linguaggio: nel vangelo si dice “il verbo si fece carne”. Dio era verbo, ossia linguaggio. E c’è un passaggio in cui dice “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Se c’è una sola persona, lui non esiste, è semplice. Perchè non c’è? Perchè essendo verbo, essendo linguaggio, essendo amore, da solo l’uomo non è un cazzo perchè non si può condividere nulla. Poi negassero il contrario, cazzi loro.

Ascoltando questi tuoi discorsi, si può dire che sei anarchico, non in senso strettamente politico, ma nella misura in cui credi nell’autonomia e nella libertà ?

Molte persone, come al solito, si fermano al concetto più semplice, quindi la maggior parte delle persone pensa che l’anarchia sia fare il cazzo che voglio, ti piscio addosso e non mi rompere i coglioni. In realtà a livello filosofico è molto più complicato di così. E’ una forma di annullamento del sistema, dell’istituzione, laddove noi riusciamo a convivere grazie all’esercizio della ragione. I greci dicevano che lo stato lavora per annientare sé stesso. Lo stato dovrebbe essere, ma non possono farlo perchè devono prendere i soldi, un insegnante, dovrebbe lavorare talmente tanto e bene sulla sensibilizzazione dell’etica e della morale, da arrivare ad un giorno, meraviglioso, in cui in Parlamento non ci sia più bisogno di questa gente. Perchè non ci sarebbero crimini, e quindi non ci sarebbe bisogno del diritto e degli avvocati. Ovviamente è futuribile e utopico, quindi abbiamo sprecato tempo (ride).

Tornando alla censura, che è un argomento che mi sta a cuore, che è effetto può avere sul singolo individuo? Lo stimola ad una reazione o ancor di più lo lascia indifferente?

Guarda, parlando di cinema, in Italia siamo in un paese in cui è lo stato che decide quali film sovvenzionare e quali no. Poi ci si chiede il perchè della fuga dei cervelli, e in questo caso dei registi, degli attori, degli sceneggiatori. Nelle commissioni che scelgono se sovvenzionare o meno un film, ci sono le stesse persone che hanno censurato noi. Questo significa che se devi presentare una sceneggiatura a qualcuno te la faranno correggere quattrocentomila volte fino a quando non resta nemmeno una parola del tuo scritto originale. Un mio amico regista mi dice sempre “i miei film più belli sono quelli che non ho potuto fare!”

Quindi, giusto per giocare un po’, se tu dovessi censurare un gruppo musicale e un film, dopo che l’altra volta mi ha stroncato “Mulholland drive“…

Non mi piaceva, troppo pretenzioso! A te piaceva quel film eh? Dì la verità! (ride)

Dopo te lo dico! Comunque chi censureresti?

No, io nessuno…(ride)

Dai, non fare quello buono ora! Ci sarà qualcuno che “odi” musicalmente!

Nel mainstream quasi tutti dovrebbero evitare, perchè fanno del male alla società. Salvo pochissimo casi, tutti il mainstream in toto può scomparire. Nel mondo indipendente penso che ci siano molte persone in gamba.

Nel cinema?

Ma sai che ultimamente ho visto proprio poco tra disco e concerti? Fammi pensare ad un film che proprio mi ha fatto schifo….I film americani mi fanno tutti schifo, tutti, nessuno escluso. Film che mi hanno fatto schifo non ne ho visti…ne ho visti di carini, come “This is England“…

Un film sul tema dei giovani nazisti di oggi in Inghilterra, molto carino…

..esatto! poi sempre su quel tema ho visto “Le mele di Adamo” che è stato simpatico. Anche sul cinema sono sull’indipendente. Diciamo che da sempre guardavo i classici come Fellini. Fellini è il migliore di tutti. Indiscutibile.

E l’ultimo film che ha visto?

Closer“, un’altro film di merda! Un’altra americanata oscena. Aspetta un attimo tanto abbiamo tempo e ti dico qualche altro film….è tanto che non guardo un film. Solo in inverno guardo film, mentre dalla primavera in poi faccio altro.

Se tu potessi tornare indietro nel tempo e fare la colonna sonora di un film, quale sceglieresti?

“8 1/2″ di Fellini. Il film più bello del mondo.

Cambiano argomento, cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo album?

Niente. (ride). Boh, sono io che mi devo aspettare le reazioni del pubblico, voi non vi dovete aspettare niente. (ride) Abbiamo voluto cercare di mantenere quell’immaturità giovanile che rende sempre i primi dischi più belli di tutti gli altri. Diciamo che con “Auff” completa il nostro modo di vedere la vita, le storie, i personaggi. Quindi quelle dieci canzoni più le dieci circa del nuovo album, racchiudono noi stessi. Forse sarà un cd più maturo, più sperimentale, più emotivo, però boh. Lo vedremo, un po’ di pazienza.

Senti, io sono legatissimo alla Puglia, e volevo un tuo pensiero su questa terra, che a volte sforna talenti altre volte li brucia.

In generale, che sia Puglia o Italia, ho poco interesse verso altre realtà, per svariati motivi, e quindi non saprei quali sono questi talenti di cui parli. Per la mia esperienza personale, proprio a livello empirico, tutte le volte che veniamo troviamo belle situazioni. Sembrerà pure una paraculata ma stiamo bene, mangiamo bene e le persone sono divertenti, educate, disponibili ed hanno un modo corretto di vivere il concerto in maniera calda. A livello tecnico anche c’è molta validità e professionalità, quindi questo significa che c’è predisposizione a certi tipi di situazioni. Poi il cibo è una storia a parte (ride). Sapete cucinare bene ed è simile al nostro modo di intendere la tavola, infatti molti piatti li abbiamo rivisitati: le orecchiette con le cime di rape le facciamo bene pure noi abbruzzesi (ride).

Un’ultima curiosità…

No, parliamo ancora un po’ (ride)!

…volevo chiedervi della vostra cover di “Vado al mare” de Lo stato sociale. Mi è piaciuta l’interpretazione anni ’90 che avete dato!

Ci siamo fatti un sacco di risate, con quella frase conclusiva che sottolineava l’ironia palese della situazione. E’ una canzone, con quelle rullate di batteria, tipicamente fine anni ’80, tipo gli ultimissimi Pooh, orribili, con quel cantautorato mainstream tutto italiano inascoltabile. E alla gente è piaciuta lo stesso. Noi in realtà l’abbiamo fatta per fare una cosa ironica, una cosa brutta ma fatta bene e simpatica. E’ stato un gioco, anche perchè loro sono amici, e quindi ci siamo presi in giro.

Un’amica mi diceva: “Non avevo mai capito il testo di “Vado al mare” de Lo stato sociale. Ho ascoltato la versione del MaDe DoPO e finalmente l’ho ascoltato e capito”!

(ride). Chiaramente la loro versione è più cazzara, e quindi questo testo, molto semplice, sembra quasi non dire nulla, nel pieno del loro stile: ti sto dicendo questa cosa ma non me ne frega niente, che poi è il grandissimo modo di fare di Lodo. Io invece ho voluto fare il contrario, essere serio con questo testo cercando di far finta che dica qualcosa. E’ stato davvero divertente guarda.

E cosa significa fare una cover?

In questo caso noi giocavamo palesemente. O fai una cover in cui rispetti l’artista che ha scritto la canzone e cerchi di farla seguendo quello stile, musicale e vocale, oppure fai una cover, un omaggio, in cui prendi una canzone e la smonti e magari a volte gli dai pure un altro senso. Ci sta  ”The Alabama song” dei Doors fatta da David Bowie che è totalmente assurda e fuori di testa. C’erano i Vanilla Fudge, un gruppo anni ’70 davvero bravo, che perlopiù hanno fatto cover stupende, interpretando tutto a loro modo azzeccandole tutte. Io non so che modo preferisco sinceramente.

Ma per voi nascono prima i testi, prima le musiche o contemporaneamente?

Tutto per cazzi propri! C’è il testo di una canzone del prossimo disco dove metto un po’ in chiaro i nostri testi: “Scrivere è molto facile se sai osservare la vita, in quanto è la vita che scrive ed io ricopio solamente“. Io sono solo molto attento a ciò che succede, e poi vado a casa e scrivo tutto sulle bozze del cellulare. Lì ci sono i prossimi 3-4 dischi (ride). Tante volte dici  ”la scrivo dopo” e poi te la dimentichi e magari quella era la frase più bella del mondo. Quante cose perdiamo? In realtà non sapremo mai se è più importante quello che abbiamo scritto o quello che abbiamo perso. Ed io di questa cosa mi dannerò per sempre.

Ultimissima curiosità e ti lascio andare a provare. Volevo sapere quale rapporto ti lega ai genitori di Norman, il ragazzo di cui parli nell’omonima canzone di “Auff”.

Sentendo la storia di Norman ho avuto voglia di raccontarla. E per essere il meno retorico possibile, se senti il testo è molto semplice, persino banale, ed ho cercato di mettere meno poesia possibile, di non usare fronzoli. I genitori hanno sentito la canzone e ci hanno chiamato, perchè la canzone, per quanto possa apparire nichilista nel momento in cui dico “non ci sente nessuno” eppure te la sto cantando, è speranzosa. Secondo il papà di Norman eravamo riusciti a riempire la canzone della giusta rabbia, e quindi dopo il Primo maggio, io non capivo nulla e lui mi chiama e mi dice “Grazie”, perchè aveva ascoltato la canzone con sua figlia e con il suo nipotino che avevano chiamato appunto Norman, io lì mi sono commosso. Fanculo la censura, non c’è cosa più importante. E quindi per questo ringrazierò sempre il mestiere che facciamo, perchè ho l’opportunità di provare queste emozioni.

Beh Luca, non mi rimane che ringraziarti ancora e darci un arrivederci al più presto!

Certo certo. E’ stato un piacere! Alla prossima allora.

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