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Mancarsi

Creato il 09 febbraio 2013 da Phoebe1976 @phoebe1976

Mancarsi

diario-di-una-schiappa-mancarsi-limonov-le-no-L-rVa5Kv.jpeg Sono da sempre contraria a quei libri piccoli, scarni, poco più che racconti, che ti vanno via in un’ora o poco più salassandoti ben bene il portafoglio.

C’è stato un tempo, a dire il vero, in cui avendo pochi soldi in tasca e una velocità di lettura imbarazzante sceglievo i libri a peso, calcolando il rapporto prezzo/n. di pagine come indicatore di bontà letteraria. Oggi sono leggermente cambiata, non tanto per la disponibilità economica (sempre scarsa), ma grazie all’ebook reader e allo smercio in rete.
Così mi è capitato tra le mani questo libricino piccino picciò di non più di 90 pagine.
Sottile, sì.
Ma l’autore è quel Diego De Silva di cui avevo già avuto modo di parlare in un’altra occasione e che già in precedenza mi aveva colpito per una assonanza di pensieri strabiliante. Fossi in lui mi preoccuperei e andrei da uno bravo.

Ma veniamo al libricino in questione, che si rivela interessante fin da titolo: Mancarsi.
Mancarsi può corrispondere ad una nostalgia reciproca, e quindi presumibilmente all’essersi trovati e poi persi, ma anche al non cogliersi mai, nel gioco cinico, terribile e quotidiano a cui la vita ci sottopone senza che noi ce ne accorgiamo. Ma siccome si può sentire la mancanza anche di qualcosa che non si è mai avuto, tutte le supposizioni tornano al punto di partenza: impossibile non leggerlo.

La storia che racconta e che trovare riassunta qui, è quella di Irene e Nicola, una storia semplice: due persone, sole per diversi motivi, ruotano intorno allo stesso bistrot senza incontrarsi, ma cercandosi inconsciamente.
Ed in questa storia, semplice eppur d’effetto De Silva regala un’analisi sull’amore, su quello vissuto e su quello immaginario, su quello finito e sull'amore che poteva essere ma non è mai divenuto, in un carnevale di riflessioni ed associazioni mentali contagiose, intriganti ed esigenti.

Se gli devo trovare un difetto è proprio la lunghezza. All'improvviso, quando il romanzo dovrebbe prendere quota ed involarsi verso l'alto... finisce. Finisce e ci lascia così, un po' attoniti ed intontiti dalla somiglianza delle nostre vite con quelle di Nicola e Irene.

Ve lo consiglio come si consiglia una fetta di torta fatta in casa.

Assaggiatelo.

 


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