Mandami tanta vita è un romanzo breve, ma con caratteristiche particolari.
Una via di mezzo tra realtà e fantasia che si aggrappa a vicende storiche ben precise.
In questo suo ultimo lavoro, finalista del premio Strega 2013, Paolo Di Paolo racconta le vicende di due giovani particolari: Moraldo e Piero.
Moraldo è il frutto della mente creativa dell’autore, mentre Piero altri non è che Piero Gobetti, la cui storia viene qui brevemente riassunta.
Questa caratteristica di incrociare la vita di un personaggio storico con quella di uno inventato, è ciò che rende il romanzo interessante.
Da qualsiasi parte lo si voglia affrontare ed analizzare, Mandami tanta vita può fornire spunti di interesse al lettore.
Piero viene rappresentato dal punto di vista puramente intellettuale, con la sua figura di editore scomodo al potere che diventa un punto di riferimento per una moltitudine di giovani aspiranti poeti e scrittori; Moraldo è si può dire lo stereotipo che ben raffigura quei giovani.
Le loro vicende scorrono parallele per tutto il romanzo per poi incrociarsi in maniera casuale lontano da quella Torino che fino a pochi giorni prima li aveva sempre tenuti legati a sé.
Chi per sfuggire a problemi:
La rivista nell’ultimo anno era stata sequestrata di continuo.
Ma come si può tornare indietro? Come si può accettare di tacere? Una volta che la sfida è aperta occorre condurla fino in fondo. Non si torna indietro dalle parole dette, non si recede dalle convinzioni.
Per essere liberi bisogna andarsene? Per scrivere, per parlare, si è costretti a cambiare luogo, a strapparsi le radici dai piedi?
Chi per inseguire un sogno:
Il sogno: essere se stessi dappertutto.
Quand’è che senza farci caso cominciamo a diventare la maschera di noi stessi?
I due finiscono nella stessa città nel medesimo momento e lì avviene il loro incontro: Parigi febbraio 1926.
Piero rappresenta, indipendentemente dalla sua figura reale, il giovane pieno di iniziative e di speranze che si impegna per 14 ore al giorno portando avanti i propri ideali e cercando di creare qualcosa di nuovo e di interessante ad ogni occasione.
Moraldo rappresenta invece più quello che si perde tra i propri interessi, avendone pur molti, ma nessuno in grado di trascinarlo fuori da una certa apatia che lascia insoddisfazione in molte delle sue giornate.
E come accade per molti giovani, scarica su altri le proprie paure e la propria mancanza di iniziativa:
Ora, se avesse modo di parlare con l’editore giovane, sente che troverebbe perfino il coraggio di mostrargli i suoi lavori.
Timido e pauroso di mostrare il proprio lato interiore, finalmente si trova a vivere un’esperienza in modo quasi casuale grazie ad uno scambio di valigia sul treno.
Svolgendosi su uno sfondo di scontri politici che presentano sempre più violenza, il romanzo può anche essere visto da un’ottica più distante ed essere letto come una testimonianza delle difficoltà che la gioventù deve affrontare qualunque sia il contesto nel quale viene inserita.
Tempo di lettura: 3h 38m