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Manfredi Caracausi

Da Sushit

Sempre più giovani e sempre più bravi! 20 anni, ma uno stile che ci ricorda molto le migliori composizioni di istock, foto “concettuali” comunque cariche di emozioni. Forse lui ha già capito come si può vivere con la fotografia.. mischiando passione con uno stile forse più commerciale. A mio avviso la carta vincente, o almeno la carta che personalmente vedo più propensa a farlo emergere, a dargli la possibilità di mangiare con ciò che ama..

Scopre la fotografia solo recentemente, grazie ad Alessandro Leone, un corso che come dice lui, ha fatto “esplodere” la sua passione.

Il contatto con chi fa per lavoro le nostre passioni, chi riesce a trasmettere informazioni ed emozioni allo stesso momento deve essere una colonna portante della formazione di qualsiasi creativo, la creatività è un dono che va coltivato!

Ma conosciamo meglio Manfredi, con qualche foto e qualche domanda..

Manfredi Caracausi

Le tue foto sono molto concettuali, vanno oltre la semplice
tecnica. Da cosa prendi ispirazione?

La fotografia per me è innanzi tutto un mezzo di comunicazione, un
modo per trasmettere un messaggio, per suscitare una emozione. Che
faccia sorride, pensare, rattristare, l’importante è che susciti
qualche cosa. Per l’ispirazione, quindi, il modo migliore è farmi
emozionare da altre forme di comunicazione. Di inverno per esempio,
quando cerco un po’ di serenità, mi preparo una tazza di tè caldo,
scelgo un CD e lo ascolto, pensando a cosa mi suscita e a come possa
rappresentarlo attraverso una immagine. Molte mie foto infatti sono
ispirate a canzoni o ad un passaggio del loro testo.

Un’altra importante forma di ispirazione per me è sicuramente il
cinema… La macchina dei sogni è per me anche una bellissima macchina
di ispirazione, che può venire da un dialogo, da uno sguardo tra i due
protagonisti nella scena più importante, oppure semplicemente da un
paesaggio visto di sfuggita tra una scena e l’altra. Infinite molte
delle mie foto sono ispirate alla mia vita, a ciò che mi è capitato
nei giorni passati, a ciò che ho visto, ma senza mai rendere il
carattere “autobiografico” troppo evidente.

Manfredi Caracausi

Prova a dirmi per te la differenza emotiva della pellicola sul digitale..

Io sono nato e sto vivendo nell’era del digitale, dove la fotografia è
veramente alla portata di tutti, dove si possono fare 100 tentativi
sulla stessa foto e dove correggere un errore con un programma di foto
ritocco è solo questione di pratica. Di questo ne sono felice perché
probabilmente senza questa semplificazione del processo fotografico
rispetto all’analogico non mi sarei mai avvicinato alla fotografia, o
quantomeno avrei impiegato molto più tempo ad affinare la mia tecnica.
Eppure da un po’ di tempo ho sentito l’esigenza di riscoprire la
fotografia, di vivere ciò che è stata, di provare a scattare in
analogico. Tutto è nato più come una sorta di gioco mista a desiderio
di sperimentare, ma a poco a poco, rullino dopo rullino, ho compreso
che più che il semplice supporto, a differenziare analogico e digitale
è proprio una diversa filosofia. Roteare la leva di carica, aggiustare
il fuoco a mano, assaporare il momento dello scatto consapevole che
sarà unico e poi finalmente sentire il rumore metallico dello specchio
che scroscia… Difficile descrivere tutto questo a parole, so solo che
mi emoziona moltissimo, e non saprei dire neanche il reale motivo.
Probabilmente sapere che il numero di scatti è estremamente limitato,
e che passeranno giorni prima di vederne il risultato, fa assaporare
di più la composizione della foto e lo scatto in se.

Domanda Nerd di rito, con cosa scatti principalmente? Obiettivi? luci…

Sperimentare obiettivi, macchine fotografiche, tecniche e luci per me
fa assolutamente parte del gioco, visto che la fotografia è anche
tecnica e comprensione di ciò che si ha in mano e di come lo si può
spremere fino all’ultima goccia. Attualmente fotografo con una Canon
50d, un sigma 24-70 2.8 e un Canon 80-200 2.8. A ciò affianco una
serie di ottiche fisse Contax degli anni ’80 e ’90 che utilizzo sulla
Canon con degli adattatori con risultati ottimi. Poter utilizzare
obiettivi totalmente manuali su un corpo digitale è abbastanza
interessante e divertente. Gli stessi obiettivi poi, montati su una
Contax 159 rappresentano il mio corredo analogico.
Per quanto riguarda le luci, utilizzo per gli still life due flash a
torcia con beauty dish auto costruiti da dei porta frutta di plastica,
perché un po’ di inventiva non fa mai male e diverte pure!
Detto questo, rimango fermamente convinto che una fotografia bella è
bella scattata con qualsiasi macchina, e che tutta l’attrezzatura più
costosa al mondo non garantisce assolutamente di fare foto belle,
anzi.

Manfredi Caracausi

Lancia un messaggio alla Palermo creativa.

Il mio messaggio: Dove sei finita?!

Sicuramente la mia è una provocazione probabilmente esagerata, ma
purtroppo, da palermitano, vivo sulla mia pelle la carenza di
iniziative ed eventi rivolte ai giovani artisti. Per fortuna, sapendo
cercare, si trovano manifestazioni interessanti e si incontrano
ragazzi capaci e volenterosi, ma che vengono poco invogliati e
spronati a coltivare le loro passioni.
Il mio auspicio è di poter vedere in un futuro non troppo lontano una
Palermo più aperta all’arte, alla creatività e soprattutto ai giovani
artisti, perché il potenziale di questa terra è estremamente elevato,
e attende solo di essere sfruttato a dovere. Mi piacerebbe per esempio
vedere uno spazio messo a disposizione dal comune dove poter esporre
le proprie opere liberamente, un modo come un altro per invogliare le
persone a conoscere gli artisti e le loro creazioni.

Quali fotografi più ti ispirano, e quale foto vorresti aver scattato tu?

Volendo andare sul classico (ed anche abbastanza ovvio) direi che i
miei modelli sono da un lato Philippe Halsman, per la sua maniacale
cura nei dettagli e soprattutto la sua genialità nel creare opere in
bilico tra fotografia e arte surrealista, e dall’altro Henri
Cartier-Bresson, per la capacità di saper immortalare il mondo per
come è veramente e per la bravura nel cogliere il famoso “attimo” che
caratterizza una foto in grado di stupire.

Passando a qualche artista contemporaneo, seguo con estremo interesse
ed ammirazione la brava Sara Lando, giovane donna che stupisce con le
sue foto, e che riesce a coinvolgere il pubblico grazie ad un blog
realmente interessante e sulle righe. Mi definirei poi un “Flickr
Addicts”. Considero questo sito uno strumento utile per farsi
conoscere e soprattutto per conoscere. E’ incredibile il numero di
talenti che si possono trovare, gente senza un nome famoso, ma con
tanto da dire e che aspetta solo di essere ascoltata.

Infine, di scatti che avrei voluto fare credo di aver perso più volte
il conto, ma in generale ammiro e probabilmente invidio i grandi
fotografi di reportage, capaci di immortalare gli eventi storici e
diventare loro stessi parte della storia. Poter fotografare lo sbarco
in Sicilia degli alleati come ha fatto Rober Capa immagino non abbia
prezzo!

Manfredi Caracausi
Manfredi Caracausi
Manfredi Caracausi
Manfredi Caracausi
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Manfredi Caracausi
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